Recidiva in oligodendroglioma anaplastico III grado WHO

    DOMANDA

    Buongiorno Dottore.
    Mio fratello nato nel 1975 si è operato a gen 2010 per tumore cerebrale nel lobo frontale SX (astrocitoma diffuso cerebrale cortico-sottocorticale, con focolai di iniziale trasformazione anaplastica -grado III who /MIB -1 compreso tra < 1% nelle aree più superficiali e 5% nelle aree più profonde ).
    In seguito all’operazione ha fatto radioterapia e chemioterapia come da protocollo standard con verifiche periodiche (risonanze di controllo sempre negative senza disturbi rilevanti né fisici né neurologici, con assunzione quotidiana di antiepilettico Keppra ).
    A dicembre 2015 sono arrivati i primi sintomi neurologici (perdita memoria, movimenti rallentati, ecc) di ripresa di malattia: il 3 febbraio è stato operato al lobo frontale DX e l’istologico evidenzia neoformazione cerebrale_ oligodendroglioma anaplastico grado III WHO, GFAP+, MIB -1 10%. Fisicamente mio fratello sta bene, anche se ha momenti di mancanza di consapevolezza e di memoria a breve, atteggiamenti che come ci hanno detto i medici, potrebbero essere conseguenze dell’intervento nel lobo frontale.
    In attesa dell’esame completo dell’istologia della massa rimossa (mgmt e altri indici richiesti dall’oncologa), vorremmo chiederle qualche delucidazione:

    1 Dopo quanto tempo dall’operazione si può fare una risonanza con mezzo di contrasto attendibile per vedere se ci sono eventuali residui di malattia che non sono stati potuti rimuovere? UN amico radiologo mi ha detto che se fatta troppo presto, la cicatrice interna potrebbe assorbire il mezzo di contrasto e dare esiti incerti.
    – 2 essendo già intervenuti in passato con radioterapia nel lobo frontale SX, che avrà irradiato di riflesso anche il lobo frontale DX che ora dovrebbe essere di nuovo trattato (in corso richiesta per capire nel dettaglio la dose che ha colpito la parte DX nel 2010), quali possono essere i rischi per il paziente a seguito di nuova radioterapia? Un medico ci avrebbe detto che potrebbe anche rimanere un vegetale e che dobbiamo essere consapevoli dei rischi prima di farla.
    3- se fosse rimasto un residuo del tumore e la radioterapia avesse davvero rischi tali, ci sono altre strade percorribili per tentare di ridurre l’aggressività della crescita e mantenere migliore possibile la qualità della vita? E’ una persona forte, comunque informatissimo su tutto da sempre e pronto a lottare. Noi con lui.
    Consapevole che ogni caso è a sé, La ringrazio anticipatamente per la disponibilità.

    RISPOSTA

    Buongiorno. Per quanto riguarda il quesito 1: penso si possa fare la RM un mese dopo l’intervento. Per il 2: credo la radioterapia sia ancora proponibile, data la sede diversa e il tempo intercorso dal primo trattamento. Quesito 3: la riproposizione di temozolomide o altre formeid chemioterapia (PCV) possono essere considerate.

    Gaetano Finocchiaro

    Gaetano Finocchiaro

    TUMORI AL CERVELLO. Direttore dell’unità operativa di neurologia VIII del dipartimento di neuro-oncologia dell’Istituto Besta di Milano. Nato a Milano nel 1952, si è laureato in medicina nel 1979, si è specializzato in neurologia nel 1984 e in biochimica e chimica clinica nel 1988. È autore di oltre 110 lavori presenti su PubMed e revisore […]
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