DOMANDA
Nel 2000 con agobiopsia mi è stata diagniosticata una tiroidite di Hshimoto. Ho fatto regolarmente tutti i controlli periodici, ma un recente agoaspirato ha diagnosticato coaugoli inglobanti rari cloni tireocitari con alcune atipie citologiche (Thy3).Che cosa significa e qual è l’approccio più giusto?
RISPOSTA
Caro lettore,
la diagnosi citologica di nodulo o neoplasia follicolare, cui corrisponde lo stadio classificativo citologico TIR 3, costituisce una diagnosi indeterminata, di dubbio citologico. L’agoaspirato, cioè, non riesce a dirci se quel nodulo è benigno o maligno, quesito che si pone automaticamente quando si evidenzia un qualsiasi nodulo della tiroide. Una tale diagnosi citologica ha la probabilità di corrispondere ad una lesione maligna della tiroide in circa il 15-20% dei casi.
Per tale motivo, in caso di diagnosi di nodulo o neoplasia follicolare (TIR 3) è consigliata la verifica istologica della lesione, previa rimozione chirurgica del nodulo.
Poichè, tuttavia, la stessa statistica ci dice che circa 4 noduli follicolari su 5 sono benigni ne deriva che una diagnosi citologica TIR 3 deve essere sempre approfondita e interpretata dall’endocrinologo alla luce delle altre informazioni cliniche, strumentali e laboratoristiche a disposizione. Noi approfondiamo la diagnosi citologica utilizzando dei marcatori tumorali aggiuntivi in immunocitochimica, che consentono di rifinire ulteriormente la diagnosi citologica tradizionale, diradando, in alcuni casi, il dubbio esistente. Solo dopo questa attenta e meticolosa valutazione da parte dell’endocrinologo si potrà procedere a scegliere il tipo di trattamento o di follow-up più adeguato per quel tipo nodulo e per quel particolare paziente.
Il quadro citologico TIR 2 indica invece una lesione sostanzialmente benigna (possibile malignità solo nel 2-3% dei casi). Questo è il risultato del secondo agoaspirato e deporrebbe, quindi, per la benignità della lesione.
Premesso che, per poter concludere sul miglior iter terapeutico da seguire occorrerebbe visionare gli ecogrammi e le analisi ormonali concluderei dicendo che non mi pare così urgente ricorrere all’opera del chirurgo anche in considerazione delle esigue dimensioni del nodulo. Potrebbe essere quindi opportuno ripetere tra qualche mese l’agoaspirato avvalendosi di più sofisticate metodiche diagnostiche.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro e soprattutto utile sia a Lei che agli altri lettori.
Cordialmente
Prof. Alfredo Pontecorvi