Retticolite

    Pubblicato il: 18 Aprile 2018 Aggiornato il: 18 Aprile 2018

    DOMANDA

    Gentile Professore,
    Sono una 62 enne affetta da retto colite ulcerosa, in breve espongo la mia condizione:
    Nel 2000 mi ricovero in ospedale in seguito a continue scariche di diarrea con sangue, dopo molte traversie, riscontrano una colecisti con litiasi e valori alterati di amilasi e lipasi. Mi curano per pancreatite acuta, ma al momento delle dimissioni, il mio ricovero duro’ circa un mese, la diagnosi fu di colite ulcerosa.
    In seguito all’esperienza negativa dell’ospedale ho effettuato privatamente molti esami e visite private in base alle quali avevo solo una colecisti mal funzionante, che a pare del chirurgo non andava operata.
    Per anni ho assunto Ursacol 150, sospeso nel 2015 quando si sono ripresentati in maniera più ‘ moderata gli stessi sintomi che mi portarono al ricovero.
    Questa volta mi sono rivolta ad un gastroenterologo che mi ha consigliato una colonoscopia e una ecografia che hanno evidenziato una retto colite ulcerosa.
    Tra le sistematiche ecografie che faccio si sono evidenziati altri calcoli e pareti ispessite della colecisti.
    Assumo regolarmente 4 cp al di’ di Mesavancol 1200 e 10 clismi al mese di Asacol, in fase acuta ai clismi aggiungo una fiala di cortisone (Urbason), in più dopo una visita reumatologica e vari esami, assumo anche una cp al di’ e una a sere alterne di Plaquenil, più’ la vitamina D ogni mese. Mantengo un regime alimentare molto rigoroso. Da circa 6 mesi la cura per la retto colite non ha più gli stessi benefici iniziali, ho continue ricadute.
    La mia domanda è’ questa: devo ogni volta che si presentano i sintomi cruenti (feci con sangue) assumere cortisone?

    RISPOSTA

    Cara Signora il suo problema non può essere esaurito in poche battute. Intanto è singolare che in presenza di diarrea ematica non si sia subito eseguito una colonscopia. Una volta diagnosticata la patologia si seguono delle linee di condotta ben consolidate: se la mesalazina non è sufficiente,si intraprende un ciclo di cortisone ed in caso di mancata risposta sono necessari i farmaci immunosoppressori o i “biologici”. Oviamente quanto le scrivo è un approccio superficiale ed è evidente che lei deve rivolgersi ad un centro esperto. Se mi comunica la sua residenza posso indicarle il Centro Ospedaliero o Universitario di riferimento più vicino.

    Gabriele Riegler

    Gabriele Riegler

    Professore associato di gastroenterologia all’ Università della Campania Luigi Vanvitelli. Nato nel 1948, si è laureato in medicina nel 1973 per poi specializzarsi in semeiotica e diagnostica di laboratorio e in gastroenterologia. Autore di oltre 160 lavori scientifici, si è occupato di ricerca in tema di cancro del colon, di malattie infiammatorie intestinali e di […]
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