Riabilitazione cognitiva da neuropsicologo

    Pubblicato il: 25 Ottobre 2016 Aggiornato il: 25 Ottobre 2016

    DOMANDA

    Salve prof. Pisani.
    Sono un ragazzo di 28 anni che ha sofferto per un lungo tempo di notevole stress e tensioni in famiglia.
    Ora per fortuna sto affrontando un periodo piu’ tranquillo,per cui sono meno stressato.
    Ma a conseguenza dello stress,ho constatato che la mia vita intellettuale e cognitiva è decisamente cambiata.
    Infatti,ora alcune mie abilità intellettuali si sono indebolite,e affermo ciò in base al fatto che questi fenomeni sono continui e quotidiani.
    Ora elencherò le mie capacità mentali colpite dallo stress :

    1)Innanzitutto sono diminuite sia la mia memoria a breve termine che quella a lungo termine.

    2)In secondo luogo,quando devo rispondere e commentare con una piccola analisi un discorso (ad es. qualcuno mi dice “Sai,dopo il lungo periodo di lavoro,abbiamo vissuto una vacanza in quel villaggio molto all’insegna del riposo “.Esempi questi banalissimi a cui rispondo subito,ma che RAPPRESENTANO IL TIPO DI ABILITA’ MENTALE MESSA IN GIOCO ALTERATA,verso il quale,io adesso ho seria difficoltà a rispondere dicendo magari “Ah dunque,avete fatto una vacanza molto rilassante “.

    Oppure ancora “Io lavoro dalla mattina alla sera,e quando arrivo a casa continuo pure “e io inizialmente non risponderei,ma poi fuori tempo mi viene da pensare,ANALITICAMENTE PARLANDO,
    “Ah allora questo vuol dire che 6 una donna molto forte e resistente al lavoro, oppure ancora,esagerando un pò“6 proprio come una macchina da guerra allora”.

    Insomma,sono scemate le mie CAPACITA’ CONVERSAZIONALI,ma ATTENZIONE :negli esempi trascritti sopra,io non sono diventato così LENTO che anche a certe banalità non so come COMMENTARE,bensì a livelli di conversazione normali,laddove quindi,un soggetto di normale intelligenza saprebbe RISPONDERE.

    3)Sono purtroppo diminuite anche le mie doti comunicative;
    infatti a dimostrazione di ciò,quando io parlo,capita spesso e quotidianamente che la mia fluidità verbale sia meno efficiente rispetto a prima.

    4)Infine,quando devo DEFINIRE UN’AZIONE mi capita anche là il fenomeno di non aver piu’ una NORMALE VELOCITA’ COGNITIVA DI ABILITA’ D’ESPRESSIONE,in tempi ragionevoli (ad es. in un duello fra 2,uno rivela il proprio timore all’altro sull’esito dello scontro,e l’altro gli fa “Gia’ questo è naturale,non ti preoccupare,presto la paura si trasformerà in disperazione !

    Ebbene,per quanto riguarda questo tipo di esempi IO,SPESSO ORMAI,SOLO FUORI TEMPO,CIOE’ DOPO IL TEMPO DI QUESTO SCAMBIO DI BATTURE,riesco a definire l’intenzione,cioè appunto l’AZIONE SOTTINTESA ALLA FRASE DETTA MA ANCHE AI COMPORTAMENTI ADOTTATI (Ad es. mio fratello che si sostituisce a me nell’uso del mio pc,senza permesso,e che poi,e solo dopo riesco a giudicare il comportamento dicendo “Mi ha RUBATO il posto senza permesso”).

    Ora,caro Prof. Pisani,scusandomi del mio lungo periodo di esposizione dei fatti personali,le DEVO CHIEDERE :

    1)Io so che gli specialisti neuropsicologi attuano in alcuni casi la “RIABILITAZIONE COGNITIVA”,potrebbe per i miei problemi riferiti aiutarmi,PREPARANDO APPOSTA PER ME DEI TEST DA SVOLGERE,MAGARI IN TEMPO LIBERO PER FARMI GUARIRE?

    2)Qualora fosse così,su QUALI DI QUESTI 4,PRECISAMENTE,dei miei DISTURBI COGNITIVI POST-STRESS POTREBBE ESSERMI UTILE?

    Come immaginerà,questa situazione mi abbatte decisamente e mi fa preoccupare verso I CONTESTI SOCIALI,LADDOVE CON TALI DIFFICOLTA’ POTREI RISULTARE MOLTO STRANO E NON ESSERE ACCETTATO;di conseguenza soffro d’angoscia per le mie frequentazioni sociali,che per me sono sporadiche,non avendo una autentica e soddisfacente vita sociale.
    Spero tanto quindi che mi potrà dare buone notizie.
    Un cordiale saluto e grazie mille.

    RISPOSTA

    Se ancora giovane e, pertanto, credo che devi ancora essere diagnosticato correttamente per i disturbi che descrivi. Il mio consiglio in questi casi è quello di rivolgersi ad uno psichiatra in modo che formuli una diagnosi precisa relativa ai tuoi disturbi e, dopo, il tipo di approccio terapeutico potrà essere stabilito con maggiore accuratezza. In questa fase lascerei da parte il “fai da tè” che non solo può essere infruttuoso, ma addirittura potrebbe essere dannoso. Auguri.