DOMANDA
Gent.mo dott. MUSCIANISI
sono una Signora di 64 anni e le scrivo dalla provincia di Messina. Soffro di acufene/ronzio dell’orecchio destro sin dal 2008, sintomo che con il passare degli anni è aumentato a tal punto da causare una ipoacusia e, in maniera aperiodica, a veri e propri momenti di disagio dovuti a violente sindromi vertiginose caratterizzate da fasi acute che hanno comportato in alcuni casi il mio ricovero in ospedale.
In questi anni ho effettuato i seguenti esami:
•Ecocolordoppler dei tronchi sovraortici effettuato nell’anno 2009;
•esame dell’udito effettuato nell’ottobre del 2010 in cui è stata riscontrata ipoacusia nell’orecchio dx;
•risonanza magnetica delle rocche petrose e dell’encefalo effattuata nell’ottobre del 2011 con esito negativo;
•esame vestibolare effettuato nell’aprile 2013 con esito negativo;
•risonanza magnetica all’encefalo effettuata nel marzo 2014 con esito negativo;
•esame vestibolare completo, effettuato a fine luglio 2015, ( audiometria tonale, vocale, automatica di Bèkèsy, impedenzometria, ricerca del nistagmo spontaneo e posizionale, impulse test, studio della oculomotricità, stimolazioni termiche, o-c VEMP’s ecc.) con il quale mi è stata diagnosticata la MALATTIA DI MENIERE III STADIO.
A seguito di questo ultimo esame mi è stata prescritta la seguente terapia:
•jarapp 24 ( 1 compressa dopo colazione pranzo e cena) sostituita da circa 40 giorni con arlevertan;
•gradient 5 interrotta dopo una settimana per intolleranza al farmaco;
•spc flakes;
•dieta iposodica.
Negli anni precedenti ho assunto all’occorrenza per un periodo gocce di levopraid e successivamente compresse di arlevertan.
Soggiungo anche che in questi anni mi sono state riscontrate da altri specialisti problematiche a livello cardiologico, dell’apparato gastrointestinale e che nel mese di giugno ho subito l’ asportazione della tiroide.
Ciò premesso ho i seguenti quesiti da porLE:
1. Sapere se gli esami da me effettuati nei vari anni sono sufficienti per poter avere un quadro clinico preciso o sarebbe opportuno effettuarne degli altri, o ripeterne qualcuno;
2. Conoscere quali controlli potrei effettuare che possano dare delle risposte precise e far comprendere meglio l’origine della mia patologia e ricevere una eventuale terapia alternativa a quella sopra descritta in quanto dopo circa due mesi continuo a non notare miglioramenti di rilievo ( la sensazione di instabilità e delle vertigini ha ormai assunto carattere giornaliero e nelle fasi acute mi costringe ad effettuare delle punture di levopraid).
3. Se la malattia di meniere diagnosticatami può col tempo regredire.
Certa di una Sua cortese risposta, rimango in attesa e la ringrazio anticipatamente.
RISPOSTA
Gentilissima Signora,
gli esami effettuati sono sufficienti ad avere un quadro clinico preciso, soprattutto quelli effettuati nel luglio 2015. Eventuali terapie alternative, laddove quella medica non abbia sortito effetti, sono: iniezioni intratimpaniche di gentamicina e terapie chirurgiche (sezione del nervo vestibolare e distruzione del labirinto). È di tutta evidenza che tali terapie porteranno alla scomparsa delle crisi vertiginose, ma produrranno sordità: va quindi valutata l’opportunità del loro impiego. La m. di Ménière tende a regredire con il trascorrere degli anni: mano a mano che si deteriora l’udito vanno diminuendo la frequenza e l’intensità delle crisi vertiginose.
Nella speranza di essere stato chiaro, Le porgo cordiali saluti.