DOMANDA
Buon pomeriggio Dott. Mi chiamo Francesco Marino e le scrivo per un problema di mio figlio. Ha 3 mesi, nato alla 33 settimana.
Inizialmente non dava problemi per mangiare, prende solo latte artificiale. Ma da un mese a questa parte ha mostrato un rifiuto del latte. Inizialmente piangeva in modo inconsolabile ma con il passare del tempo ha iniziato a vomitare frequentemente. È stato ricoverato al policlinico di Messina dove hanno detto che si tratta di disturbo alimentare. Non accettiamo una tale diagnosi perché il bambino non ne vuole sapere di mangiare. Lo abbiamo portato da un altro gastroenterologo il quale ci ha detto che ci sono segnali evidenti di un’intolleranza. Ci ha cambiato il latte e abbiamo provato con il pregomin dell’aptamil ma niente. È peggio, il bambino urla e si dimena. Non sappiamo cosa fare. Ci sono rimaste solo le alternative del latte di riso e soia. Che dobbiamo fare? Se dovesse rifiutare anche questi tipi di latte ci dobbiamo arrendere? Può andare avanti con 40 50 grammi di latte a poppata? Tra l’altro dati con la siringa? La ringrazio per la cortese attenzione.
Distinti saluti
RISPOSTA
Gentile papà, dal racconto tenderei a concordare con l’ipotesi fatta dal gastroenterologo di una possibile intolleranza/allergia alle proteine del latte vaccino. La terapia nutrizionale di queste situazioni prevede diverse possibilità, non solo quelle da lei nominate. Ci sono infatti anche gli idrolisati spinti di proteine del latte e le formule elementari. Inoltre c’è la possibilità di utilizzare uno dei due tipi di Dieta di Rezza, che è – per dirla con parole semplici – una specie di divezzamento anticipato e a bassissima allergenicità. Un buon nutrizionista pediatra o un buon allergologo pediatra potranno guidarvi attraverso le diverse possibilità, fino a trovare quella adatta a vostro figlio. Concludo segnalandovi solo che, tra le scelte da lei nominate, l’unica fortemente sconsigliata prima dei 6 mesi d’età è quella delle formule a base di soia, per l’alto rischio di sviluppo di allergia alla soia, rischio che si riduce notevolmente dopo quell’età. Cordialità, Prof. Andrea Vania, Pediatra Nutrizionista