Rimozione tatuaggio

    Pubblicato il: 2 Luglio 2018 Aggiornato il: 2 Luglio 2018

    DOMANDA

    Gentile dottore, abito in provincia di Vicenza e volevo sapere delle informazioni riguardo la rimozione laser di una scritta nera sull’ avambraccio, sono già alla seconda seduta di lase pico ma in quest’ultima si sono presentate leggere macchioline rosacee/biancastre dopo la caduta della crosta e altre piu scure, purtroppo non so se continuare con la rimozione o meno, volevo un consiglio o un aiuto con una spiegazione sui rischi perché sono alquanto confuso sull’andare avanti o fermarmi.

    RISPOSTA

    La rimozione dei tatuaggi non è così semplice come può sembrare di primo acchito. Si tratta di frammentare le particelle di colore del tatuaggio che poi vengono eliminate dalle cellule spazzine dell’organismo, i macrofagi. Il colore nero è quello più semplice da eliminare. Tuttavia, la luce laser oltre a eliminare il colore introdotto con il tatuaggio può eliminare anche le cellule che producono il colore endogeno, la melanina. Per questo, si possono formare chiazzette più chiare rispetto al colore abituale della pelle con l’eliminazione del tatuaggio. Gli esiti finali non sono completamente prevedibili. Può rimanere un alone chiaro e una specie di ombra residua. Per ridurre gli esiti si deve evitare di utilizzare alte energie e allungare i tempi di applicazione (intervalli di  almeno 8 settimane tra una seduta e l’altra) così da ridurre i fenomeni infiammatori

    Luigi Naldi

    Luigi Naldi

    Dermatologo degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Nato a Chioggia (Venezia) nel 1954, si è laureato in chirurgia e medicina all’Università di Pavia, specializzandosi in allergologia e dermatologia presso lo stesso Ateneo. Dal 2003 è presidente del Centro Studi Gised (Gruppo italiano studi epidemiologici in dermatologia), centro di ricerca in dermatologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo.
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