Risveglio doloroso dall’anestesia

    DOMANDA

    Gentilissimo Dottor Venturino,
    Le scrivo per chiedere un Suo parere e, magari, una Sua spegazione per una cosa capitatami un paio di mesi fa.
    Verso la fine di novembre ho subito un intervento chirurgico di Emicolectomia Sinistra per via laparoscopica all’intestino. Tutto perfetto, tranne che per il risveglio: ho ripreso coscienza, dopo l’intervento, sul lettino post-operatorio ed ho sentito da subito delle fitte terribili all’addome. Gli effetti dell’anestesia erano completamente svaniti e non avevo antidolorifici applicati. Sono rimasto a gemere per il dolore per lunghissimi minuti fino a quando qualcuno non si è accorto del mio stato e allora, dopo aver fatto chiamare un’infermiera, sono stato portato in reparto dove mi sono stati applicati degli antidolorifici. Ho avuto un’esperienza terribile, una trentina di minuti di vero inferno per le fitte lancinanti!
    Ora volevo chiederLe: è normale quello che ho descritto? E’ la prassi che un paziente (a cui è stata tagliata la pancia) si possa svegliare in queste condizioni? Oppure devo solamente ringraziare qualche membro “disattento” (!!) dello staff medico?
    Durante la degenza in ospedale, nel periodo post-operatorio, ho chiesto lumi ad un medico, ma la risposta è stata un po’ elusiva (“… a volte purtroppo può succedere…”). Perciò, se Lei potesse tranquillizzarmi un poco schiarendomi le idee Le sarei molto grato. Soprattutto in proiezione futura: andando su gli anni potremmo, io o qualche mio familiare, avere ancora bisogno di qualche intervento e sapere cosa ci aspetta al risveglio oppure cosa chiedere o specificare prima all’anestesista/rianimatore, sarebbe sicuramente utile.
    Un cordiale saluto

    RISPOSTA

    Gent.mo sig Antony, premetto che è sempre difficile giudicare una situazione senza avervi partecipato e quindi non sono in grado di dire se la sua esperienza e stata causata da disattenzioni e/o ritardi. Posso però dirle che è abbastanza normale che l’immediato postoperatorio, quella fase in cui si riaffiora dall’anestesia possa essere contrassegnata anche dalla comparsa della sensazione dolorosa. E quest’utlima può anche raggiungere livelli piuttosto elevati. Questo dipende sia dalla tecnica anestesiologica usata, che dall’impostazione della terapia antalgica postoperatoria, metodiche a loro volta dipendenti dall’anestesiste, dal tipo di intervento, dalle caratteristiche cliniche del paziente e non ultimo dal modello organizzativo della struttura in cui si opera. In linea di massima tenga presente che gli analgesici più potenti, morfina e derivati, che vengono utilizzati in corso dell’intervento chirurgico e nel postoperatorio sono farmaci dotati di effetti collaterali, non ultimo quello di inibire il respiro. In fase di risveglio dall’anestesia, momento in cui la funzione respiratoria del paziente è già depressa, la somministrazione di tali farmici va fatta con cautela e progressivamente, onde non rischiare l’insufficienza respiratoria e/o un ritorno non voluto della narcosi. Inoltre la sensazione dolorosa è estremamente variabile da individuo a individuo per cui non è semplice stabilire a priori il dosaggio di farmaci analgesici necessari per tenere sotto controllo il dolore senza incappare in nocivi effetti collaterali. Per tale motivo il raggiungimento di un buon livello analgesico può necessitare di un periodo nel quale, dal recupero della coscienza allo stato di normalità, il controllo della sensazione dolorosa può essere di difficile realizzazione

    Marco Venturino

    Marco Venturino

    Direttore della divisione di anestesia e rianimazione dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano. Nato a Torino nel 1957, si è laureato in medicina e chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano nel 1981. È specialista in anestesiologia e rianimazione dal 1984. Dal 2002 è direttore del Servizio di anestesia e rianimazione dell’Istituto europeo di […]
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