DOMANDA
Gent.mo prof., sono una donna di 55 anni operata di ernia discale sinistra nel 1999 in L4-L5 e nel 2007 in L2-L3. Gli interventi mi hanno consentito di superare la fase più acuta, ma soffro di dolore cronico alla schiena e alla gamba, specie sinistra, che spesso mi impediscono il movimento. A ciò si accompagnano dolori nell’area dorsale e cervicale, sia pure meno pesanti. Ho perciò eseguito una rm dell’intera colonna di cui le copio il referto.
“Normale l’ampiezza del canale vertebrale. Nel tratto cervicale rettificata la fisiologica lordosi; alterazioni spondilo-artrosiche da C3 a C6 con modesta osteofitosi bilaterale. In C3-C4 minuta protrusione discale mediana. Nel tratto dorsale lieve salienza osteo-discale paramediana sinistra in T5-T6 e paramediana destra in T6-T7. Piccole protrusioni discali a sede paramediana dx da T7 a T11.Lieve salienza osteodiscale mediana in T12-L1. Ridotta la lordosi lombare.Lieve bulging discale in L1-L2. Protrusione osteodiscale paramediana sinistra in L2-L3. Segni di degenerazione e riduzione in altezza degli ultimi due dischi lombari.Protrusione discale mediana-paramediana destra in L4-L5.Salienza osteodiscale paramediana sinistra in L5-S1.Normale morfologia e segnale del midollo spinale.” Le varie cure intraprese (cortisone, fisioterapia, ozono-ossigeno) mi hanno dato scarsi risultati. Temo che il trascorrere del tempo porterà ad un ulteriore peggioramento, ma non so proprio che fare. La ringrazio del tempo che vorrà dedicarmi e la saluto
RISPOSTA
Cara Lettrice,
innanzi tutto il referto della RM è “confortante” perchè non riporta situazioni gravi tali da dover immaginare un nuovo apparoccio chirurgico.
Pertanto nella genesi del dolore cronico bisogna valutarte tutti gli elementi , compresi quelli posturali, che possono innescare la catena del dolore. Ad esempio nel 30% dei pazienti già operati alla colonna con RM post operatorie senza grandi quadri patologici, è presente un dolore a livello della articolazione sacro iliaca che a volte nasconde una situazione di instabilità della stessa. Comunque queste sono diagnosi che necessitano soprattutto di un approccio “clinico”
P.Gaetani