RM piede e caviglia algoneurodistrofia 21/04/12

    DOMANDA

    Egregio dott. Varenna, Ho 41 anni e chiedo di illuminarmi riguardo questa RM condotto nei tre piani spaziali con sequenze Spin-Echo e FFE e stir.
    Esiti di frattura consolidata composta dello scafoide a decorso assiale del 15/12/2011.
    Condropatie distrettuali dell’astragalo anteriormente, accompagnate da edema discreto della meta’ anteriore di tale segmento scheletrico a tipo neuro-algodistrofia.
    Piu’ modeste e analoghe alterazioni sono riscontrabili a carico dello scafoide , del II e III osso cuneiforme e a carico della meta’ prossiminale del II e III metatarso.Minimo idrarto in sede tibio-peroneo-astralgica ed astragalo calcaneare. Modeste distrettuali alterazioni condropatiche della testa del I e V metatarso,accompagnate da edema del tessuto osseo spugnoso limitrofo a tali sedi articolari. Il legamento peroneo astralgico anteriore appare assottigliato in possibile rapporto ad esiti di lesione parziale.Il legamento interosseo del seno del tarso e’ lievemente edematoso ma conservato.Vedendo dei peggioramenti caricandoci sopra ,(dal 27/04 con il mio fisiatra sto facendo ciclette un ora ed esercizi in scarico in acqua di mare e un po’ di carico, piccole passeggiate e argilla verde ventilata 3 volte al di) abbinate ad elettroterapia con algonix 400 oltre ai farmaci vitamina D3 e protelos che gia’ assumevo.Vi chiedo una terapia vincente e i tempi di recupero e se condropatie mi comportera’ delle rogne future,dato che gia’ mi hanno detto che non puo’ guarire.VI RINGRAZIO DOTTORE

    RISPOSTA

    Non sono purtroppo in grado di darle un parere indicativo in ragione del fatto che non conosco alcune variabili fodamentali. Ad esempio. non so quando è avvenuto il trauma che ha generato la frattura e non so, dal punto di vista clinico, la situazione del suo piede. Il radiologo non fa menzione di edema dei tessuti moll e questo escluderebbe la presenza allo stato attuale di una sindrome algodistrofica in fase “florida” e l’ipotesi di una malattia in fase di remissione è coerente con il riscontro di zone di limitate dimensioni di edema midollare osseo a carico di diversi segmenti scheletrici. Ciò che il radiologo definisce “condropatie” non rappresentano alterazioni tipiche e specifiche della sindrome algodistrofica.
    Cordialità

    Massimo Varenna

    Massimo Varenna

    ESPERTO IN ALGODISTROFIA. Responsabile del centro per la diagnosi e il trattamento delle patologie osteometaboliche dell’istituto Gaetano Pini di Milano. Nato a Varallo (Vercelli) nel 1959, si è laureato in medicina all’Università di Milano nel 1984 e si è specializzato in reumatologia nel 1988. È professore a contratto presso la scuola di specializzazione in ortopedia […]
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