Safena – Stripping vs. Radiofrequenza

    DOMANDA

    Buongiorno Dr. Odero.
    Sono un uomo di 58 anni e ho recentemente effettuato un paio di ecodoppler da cui risulta alla gamba destra:
    Vena femorale superficiale pervia e ben comprimibile con flusso fasico conservato
    Ostio safeno femorale pervio e severamente incontinente
    Vena safena grande pervia dilatata e incontinente lungo tutto il decorso
    A livello polpaccio numerose varici dilatate ed incontinenti
    Vena poplitea pervia con normale risposta a manovre compressiva
    Ostio safeno popliteo e vena piccola safena pervie e continenti
    Assenti segni di TVP in atto
    Faccio presente che in alcuni punti la grande safena ha un diametro superiore ai 12 mm.
    A fronte di ciò ovviamente il consiglio è stato intervento chirurgico però con pareri discordanti sulla tecnica da utilizzare, safenectomia radicale o radiofrequenza, sulla relativa anestesia, spinale o locale, e sulla problematica delle recidive, ogni tecnica sembra la migliore…
    Da qui i grossi dubbi sulla strada da percorrere.
    Con la speranza di ricevere un suo parere.
    Cordiali saluti

    RISPOSTA

    Buon giorno.

    Premetto che una valutazione a distanza non è sostituto di una visita e che lo studio eco color Doppler è uno studio dinamico e permette all’operatore che lo esegue di capire il funzionamento o in questo caso il mal funzionamento del sistema venoso profondo e superficiale. Quando eseguito dall’operatore chirurgo permette come un sarto di “cucire addosso” la  miglior cura per il proprio paziente.

    Dal referto che Lei mi riporta si ravvisa la necessità di eliminare il reflusso a livello dell’ostio safeno femorale destro che pone in carico le varici della sua safena ed alla gamba. Per ottenere ciò si si può avvalere di numerose tecniche delle quali ogni operatore è più o meno confidente e che presentano rischi o benefici differenti.

    La ben nota safenectomia interna della vena safena (per intendersi il classico taglio chirurgico all’inguine con “sfilamento” della vena dalla sua sede con differenti tecniche – stripping lungo, corto, invaginazione..) porta con se il concetto della radicalità ossia, una vena eliminata non si riforma ma comporta un trauma chirurgico per il paziente che è stato notevolmente superato dalle nuove tecniche di ablazione termica della safena con il laser o la radiofrequenza.

    L’aspetto rivoluzionario di tali trattamenti consiste nel fatto che senza tagli chirurgici si inserisce una sonda (laser o per radiofrequenza) all’interno della vena bucandola con un ago e si porta la sonda fino in prossimità dell’inguine. A questo punto sotto guida ecografica si eroga energia che “scaldando” la vena ne comporta l’obliterazione per denaturazione delle proteine. Il risultato finale è che la vena safena rimane in sede senza aver provocato danni a nervi, ai linfatici ed alle strutture adiacenti e con netta riduzione degli ematomi. La safena risulta infine completamente chiusa (obliterata) quindi come se fosse stata tolta. Entrambe le metodiche sono a basso indice di complicanze ma va da se che le nuove metodiche endovenose permettano un minor trauma chirurgico e una più rapida ripresa delle normali attività quotidiane. Anche il laser e la radiofrequenza hanno applicazioni differenti a seconda del tipo di vena, della tortuosità della stessa, con una metodica più maneggevole rispetto all’altra.

    Per quanto riguarda il tasso di recidiva questo è correlato con la pianificazione che viene fatta prima di procedere con l’intervento chirurgico. Una buona mappatura eco color Doppler (eseguita dal chirurgo operatore) permette una riduzione delle recidive nel tempo poiché permette una correzione emodinamica della problematica.

    Per quanto riguarda l’anestesia un intervento di safenectomia con stripping necessariamente necessita di anestesia spinale o generale mentre le nuove metodiche permettono in pazienti ben selezionati anche solo un’anestesia locale.

    Nella speranza di averLe chiarito un po di più le idee resto a Sua disposizione e colgo l’occasione per porgerLe i miei più cordiali saluti.

    andrea odero