DOMANDA
egr. dr. Bulgheroni a mio figlio è stata diagnosticata la sarcoidosi polmonare; i sintomi sono iniziati oramai 3 settimane fa con dolore ai talloni e dopo una sett. di dicloreum è iniziato un eritema nodoso sui talloni e sulle gambe con febbre; tale sintomatologia è peggiorata con tosse e aumento della superficie interessata dall’eritema. Da 1 sett. è ricoverato in ospedale per gli accertamenti ma io sono preoccupata perchè la terapia al momento (neproxene, tachipirina e impacchi topici) non dà miglioramento sensibile. I medici satnno aspettando gli esiti delle indagini diagnostiche ma io ho paura che un’altra settimana possa far peggiorare la malattia senza possibilità di recupero.
Inoltre mio figlio è diabetico e l’eventuale uso di cortisone richiederebbe un monitoraggio controllato della glicemia; mi consiglia di ricoverare mio figlio in altra struttura? E in tal caso come devo muovermi per un passaggio diretto dall’attuale ospedale?
La ringrazio per l’attenzione.
anna p.
RISPOSTA
Gentile signora Anna,
da quanto mi riferisce, suo figlio è affetto da sarcoidosi 1° stadio (cioè interessamento delle linfoghiandole ma non del tessuto polmonare). Questa malattia, della quale, come le sarà già stato spiegato, non si conosce la causa, ha un decorso benigno nella maggior parte dei casi. La terapia antinfiammatoria può controllare i sintomi dolorosi. Peraltro nella sarcoidosi 1° stadio, quando è presente la cosiddetta sindrome di Lofgren, caratterizzata da eritema nodoso, dolori articolari, febbre e, soprattutto, ingrossamento delle ghiandole linfatiche nel mediastino, è necessario il cortisone, che farà scomparire in pochi giorni sia i dolori che l’eritema nodoso. La cura però dovrà proseguire per alcuni mesi, con dosaggio adeguato (solitamente 25 mg di Prednisone) a giudizio dei curanti. Non si preoccupi per il diabete: oggigiorno è possibile utilizzare il cortisone tenendo ugualmente sotto controllo i livelli di glicemia.
Da ultimo, non conosco in quale Struttura sia ricoverato suo figlio e comunque non mi permetterei di valutarne l’efficienza senza essere direttamente presente nella situazione organizzativa e clinica. Molto meglio potrà fare il suo curante di fiducia che sicuramente saprà consigliarla e rassicurarla.
Cordiali saluti.
Dr. Paolo Bulgheroni