DOMANDA
Gent.le dott.ssa, sono una donna single di 41 anni. Non ho problematiche evidenti. In questo periodo il lavoro va bene (per fortuna), vado in palestra e svolgo le mie attività buddiste. Ho un unico cruccio, che è un pò una costante degli ultimi anni, ovvero non ho molta voglia di fare vita sociale, di uscire la sera (soprattutto d’inverno). Quando arriva il venerdì il mio desiderio è di rilassarmi e fare tutto ciò che mi piace (ascoltare musica, guardare film, leggere ecc.). Il fatto è che tutto ciò che mi piace non include mai gli altri. Insomma, sto molto bene da sola (benchè sia una persona estroversa e simpatica che non ha problemi a relazionarsi…forse qualcuno in più con gli uomini). Però a volte penso che se voglio conoscere un uomo un pò di vita sociale la devo fare anche se per me è proprio uno sforzo e non capisco il perchè! cioè non capisco la causa profonda di questa ritrosia ad uscire (sì vabbè la pigrizia, il freddo ma mi sembrano solo le punte di un iceberg…credo). Mi devo preoccupare? grazie
RISPOSTA
Stando al suo messaggio non ci sono particolari motivi di preoccupazione. Un problema è tale solo se qualcuno lo vive come tale e se genera sofferenza.
Se il suo unico cruccio è quello di aumentare le probabilità di “conoscere un uomo” sappia che non è affatto escluso che l’uomo bussi un giorno alla sua porta senza neanche andarlo a cercare. Se invece è animata dalla voglia di cambiare il suo stile di vita, allora qualche seduta da uno psicologo cognitivo-comportametnalista può essere di aiuto. Se infine vuole scavare nella sua storia per capire meglio “la causa profonda della ritrosia” allora c’è la lunga via della psicanalisi. Si tratta però di un investimento importante consigliabile in presenza di disagi di rilievo e/o di grande interesse delle persona per una “ricostruzione” della genesi dei propri atteggiamenti affettivi.
Per concludere tenga presente che nelle “attività buddiste” può trovare non poche risposte ai suoi dilemmi…
Con viva cordialità
Vittoria Cesari Lusso