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    Pubblicato il: 11 Aprile 2011 Aggiornato il: 11 Aprile 2011

    DOMANDA

    Grazie per la sua risposta, volevo quindi chiederle su quali criteri si stabilisce la durata della OT concomitante a RT, lei suggerisce un massimo di 6 mesi, a me hanno precritto per 2 anni, sara’quindi possibile verificare la riduzione del PSA per verificarne l’efficacia?

    Conoscendo l’anamnesi del mio caso, lei pensa che la RT sia la migliore scelta, considerando che ho 64 anni e che sono in buona salute, il fatto che da RM c’e’ una possibile infiltrazione capsulare riduce l’esito della

    prostatectomia?

    Grazie ancora.

    RISPOSTA

    La durata della OT in associazione a RT ripeto non e’ strettamente stabilita ma varia da protocollo a protocollo. Come le ho detto la risonanza magnetica multiparametrica (spettroscopia e dinamica in particolare) possono evidenziare quando si raggiunga una atrofia metabolica e quindi suggerire un tempo di sospensione della OT.

    La stadiazione preoperatoria del tumore, in particolare l’infiltrazione della capsula e’ ancora poco efficace anche con RM.

    Ci si basa piu’ su indici predittivi come PSA, esame istologico.

    La scelta fra prostatectomia radicale e radioterapia va concordata con il paziente prospettando vantaggi e svantaggi di ogni metodica.

    Il vantaggio di un intervento chirurgico si basa anche sulla possibilita’ di avere un esame istologico definitivo e sapere realmente lo stadio ed il grado di aggressivita’ del tumore; la possibilita’ in caso di non radicalita’ chirurgica di eseguire una RT post chirurgia; una maggiore validita’ del PSA come marcatore di risposta (dopo chirurgia il PSA e’ un ottimo marker e deve essere inferiore a 0.2 ng/ml).

    I vantaggi della RT si basano soprattutto su una minore invasivita’ e minori effetti collaterali, consentendo comunque un buon controllo oncologico.

    Alessandro Sciarra

    Prostate Unit Roma