Sensibilità al glutine

    DOMANDA

    Gentile Dott. Volta,mi chiamo Gabriele:10 anni fa quando in seguito a continui episodi di nausea e diarrea mi sottoposi ad una gastroscopia con biopsia e ad una colonscopia. Dagli esami emerse che non ero celiaco ma i medici sospettarono una sensibilità al glutine e per anni ho seguito una dieta senza glutine anche se sporadicamente mi capitava di assumere cibi contenenti il glutine senza poi stare male.Incoraggiato da ciò l’anno scorso decisi di inserire il glutine nella mia alimentazione e per circa un anno sono stato bene e ho preso quasi 10 kg in un anno.Ma la scorsa estate ho iniziato ad accusare forte nausea,mal di testa,capogiri e malessere generale.Iniziai a mangiare in bianco ma assunsi ugualmente glutine. A settembre decisi di effettuare le analisi al sangue per diagnosticare la celiachia e per valutare il livello di ferro, ma ebbero esito negativo e il valore del ferro era nella norma. Inoltre, andai da un gastroenterologo e mi consigliò di eliminare nuovamente il glutine sospettando che si potesse trattare di gluten sensitivity.Da settembre gli episodi di nausea sono continuati e a ciò si è aggiunta la diarrea, dolore al colon, stipsi e dolore allo sterno. Ho fatto una gastroscopia effettuata quando avevo eliminato il glutine ed ecco l’esito:Campioni di mucosa duodenale con rapporto villo/cripta nella norma e con Infiltrato Linfocitario Intraepiteliale (rapporto ILI-CD3 positivi/Enterociti: > 40/100 [v.n. <40/100]).
    Lei cosa ne pensa?

    RISPOSTA

    Gentile Signore,
    mi sembra che lei abbia già escluso in modo accurato la diagnosi di celiachia sia mediante la biopsia intestinale che con la ricerca degli anticorpi specifici. Il suo quadro clinico orienta verso una condizione di sensibilità al glutine alla luce dei sintomi scatenati dall’assunzione di alimenti contenenti glutine e dalla loro scomparsa appena il glutine viene rimosso dalla sua dieta. L’unico test diagnostico certo per la conferma certa di tale diagnosi è il trial in doppio cieco con placebo, metodica che peraltro non viene effettuata di routine. Non esistono infatti biomarkers diagnostici per la sensibilità al glutine: l’unico test che potrebbe confermare tale sospetto clinico è rappresentato dagli anticorpi antigliadina nativa che risultano positivi in circa il 50% dei pazienti con sensibilità al glutine. L’esame peraltro deve essere eseguito a dieta contenente glutine e non a dieta aglutinata, per cui nel suo caso sarebbe necessaria la reintroduzione del glutine nella dieta. Inoltre è utile una valutazione dei test di assorbimento intestinale quali ferritina, vitamina D, vitamina B12, e acido folico. Un altro esame che può confermare una condizione di malassorbimento è la densitometria ossea che in una significativa percentuale di casi mostra un quadro di osteopenia. Cordiali saluti.
    Prof. Umberto Volta
    Dip. Scienze Mediche e Chirurgiche
    Università di Bologna
    Board Scientifico AIC

    Umberto Volta

    Umberto Volta

    Già responsabile della struttura semplice di malattia celiaca e sindromi da malassorbimento al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. Nato a Parma nel 1952, si è laureato all’Università di Bologna, dove si è specializzato in medicina interna e in malattie dell’apparato cardiovascolare. È stato professore di medicina interna della scuola di specializzazione in medicina interna dell’Università di […]
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