DOMANDA
Egregio Professore,
soffro di prostatite cronica il cui unico effetto negativo che mi provoca e’ un’urgenza a minzionare e difficolta’ talvolta a trattenere lo stimolo. Da circa un anno comunque il mio urologo mi ha prescritto una cura a base di Norfloxacina, alternata al Bactrim, da assumere per una settimana ogni mese.
So che gli urologi sconsigliano di fare sesso con erezioni prolungate cercando di evitare soprattutto di ritardare l’eiaculazione in quanto, mi corregga se sbaglio, durante l’erezione la prostata si congestiona e solo con l’eiaculazione essa torna in uno stato normale.
Vorrei sapere:
1)Se il rapporto sessuale si prolunga perche’ non si sente lo stimolo eiaculatorio anche in questo caso si provoca un danno alla prostata? e quindi bisogna cercare di affrettare i tempi per concludere il rapporto con l’eiaculazione, o invece, per evitare problemi, e’ sufficiente che il rapporto termini con l’eiaculazione e non importa quanto il rapporto sessuale possa durare?
2)Nel caso in cui comunque la prostatite viene curata, come nel mio caso, l’eventuale danno prodotto da rapporti prolungati o multipli viene annullato dalla terapia?
3)Nella peggiore delle ipotesi cosa puo’ succedere alla prostata se si hanno rapporti sessuali troppo lunghi e frequenti? Questa abitudine puo’ causare cancro alla prostata oppure problemi piu’ lievi? Quali?
Grazie mille.
RISPOSTA
Gentile Signore,
come lei stesso descriveva ciò che danneggia di più la ghiandola prostatica è il posporre l’orgasmo il più a lungo possibile o addirittura la aneiaculazione dopo un rapporto sessuale. Inoltre una maggiore congestione prostatica si può avere quando l’attività sessuale alterna periodi di eccessiva intensità a periodi di prolungata astinenza, determinando una congestione pelvica per maggior afflusso di sangue agli organi contenuti in questa regione. In tutti gli altri casi non esistono condizioni di danno diretto sulla prostata così come non ci sono rischi dimostrati tra attività sessuale e cancro della prostata.
Cordialmente