Sesso e radiazioni di Fukushima

    DOMANDA

    Buonasera dottore,
    La ringrazio di stare leggendo la mia lettera.
    Ho conosciuto via internet un ragazzo di Tokyo e ormai ci parliamo da un paio di anni. Ci vogliamo bene e ci vogliamo incontrare.
    Io non voglio andare a Tokyo perché ho paura delle radiazioni ancora presenti nell’area di Tokyo dopo il disastro di Fukushima, allora inviterei il mio amico qui in Italia.
    Tra noi c’è affetto e attrazione, quindi, molto probabilmente ci baceremo e se anche “dal vivo” quell’attrazione sussisterà, probabilmente faremo l’amore.
    Il problema è che io temo che lui, mangiando cibo e bevendo acqua contaminati dalle radiazioni, sia come una mini bomba nucleare per quello che riguarda la sua saliva e tutti i liquidi corporei.
    Ho chiesto questa domanda a parecchie persone, esperti e non, e con mio rammarico è stata presa con leggerezza. Io invece penso che se qualcuno mangia un pesce contaminato e può ammalarsi perché QUEL pesce era contaminato, la stessa cosa può succedere a chi per una settimana o più bacia continuamente o scambia altri fluidi corporei con una persona che ha mangiato e bevuto prodotti contaminati.
    E’ possibile che mi ammali a causa di lunghi baci e sesso con una persona di Tokyo?
    Cosa può dirmi al riguardo? Tengo molto alla Sua risposta e la ringrazio anticipatamente per la Sua cortesia.
    Gaia

    RISPOSTA

    Gentile Gaia
    grazie per la lettera, anzitutto vorrei precisare che la competenza riguardo le conseguenze degli incidenti nucleari non è necessariamente dei medici nucleari, ma piuttosto degli esperti di fisica sanitaria, cui correttamente andrebbe indirizzata la sua richiesta.
    Tuttavia mi permetto di rassicurarla assolutamente sulla tranquillità del suo incontro col ragazzo giapponese. Parte dei prodotti radioattivi dovuti all’incidente di Fukushima hanno emivita molto breve, quindi sono già decaduti (ovvero semplicemente non ci sono più); altri prodotti con emivita più lunga potrebbero teoricamente essere stati assimilati coi cibi ma la loro eventuale eliminazione attraverso liquidi organici ad oltre tre anni di distanza è del tutto irrisoria.
    Pertanto stia certa che il suo amico NON è una mini bomba, organizzi serenamente il suo incontro, cui auguro il miglior esito.

    Stefano Fanti

    Stefano Fanti

    ESPERTO IN MEDICINA NUCLEARE. Professore associato di medicina nucleare all’Università di Bologna. Nato a Bologna nel 1964, si è laureato e specializzato in medicina nucleare all’Università di Bologna. Dirige il centro Pet al policlinico S. Orsola – Malpighi di Bologna e la scuola di specialità di medicina nucleare all’Università di Bologna.
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