DOMANDA
Gentile dottore
potrebbe spiegarci quando si configura un danno psichico?
Grazie
RISPOSTA
Il danno biologico di natura psichica è uno dei profili di pregiudizio non patrimoniale più complessi e delicati, dal momento che costringe gli esperti ad interrogarsi circa le modalità con cui gli esseri umani rispondono ad una grande varietà di situazioni minacciose per l’integrità psichica ed il benessere personale.
Un danno psichico si configura allorquando sopraggiunge un mutamento peggiorativo del normale equilibrio della psiche sia nel suo complesso, sia in parte che caratterizza la persona/personalità del danneggiato in ordine al suo stato antecedente e rispetto al fatto di rilevanza giuridica.
Il danno psichico presuppone una patologia; non solo il manifestarsi di una sintomatologia soggettiva, ma anche di una oggettiva rilevabile con parametri comuni (ad esempio: la patologia dissociativa, quella fobica, quella isterica, quella paranoica, etc.).
Il danno psichico colpisce la psiche o mente costituita, secondo i canoni classici di psicopatologia, da tre fondamentali facoltà o sfere: conoscitiva, affettivo-istintiva, volitiva.
Il danno psichico è un danno che è sia puramente morale e, cioè, riconducibile soltanto alla sofferenza soggettiva ed al dolore che possono conseguire ad un trauma fisico o psichico e che non sia neppure un danno organico e, cioè, consistente in una menomazione derivante dalla lesione oggettiva di una parte dell’organismo, essendo un danno che va inteso come una compromissione durevole ed obiettiva che riguardi la personalità individuale nella sua efficienza, nel suo adattamento, nel suo equilibrio, come un danno consistente, non effimero, né puramente soggettivo e che…. riduce in qualche misura le capacità, le potenzialità, le qualità della vita della persona con una compromissione permanente attinente al settore psichico dell’individuo.
Si tratta di un danno che deve necessariamente essere medicalmente accertabile, nel senso che la lesione prodotta dall’evento illecito deve incidere direttamente sull’integrità psico-fisica del soggetto danneggiato, provocando, in primo luogo, un’invalidità temporanea (quantificata in giorni corrispondente, in genere al periodo di ospedalizzazione/convalescenza e al successivo tempo destinato alla riabilitazione/cura, che può essere assoluta o relativa, e, in quest’ultimo caso viene indicata la percentuale di menomazione in relazione al grado di invalidità). Il danno biologico di tipo psichico si aggiunge in genere all’invalidità temporanea ed è qualificabile come invalidità permanente poiché tecnicamente esso è configurabile ogniqualvolta la lesione abbia generato postumi di tipo permanente perché risultano stabilizzati e producono un pregiudizio che rimane più o meno inalterato nel tempo.