DOMANDA
Gentile Dr Rizzato,
sono una donna di 33 anni e da sei mesi sono rientrata in depressione clinica (dopo una prima caduta circa 3 anni fa risoltasi in circa un anno di tempo anche se non in maniera soddisfacente né completamente). Lo psichiatra, e in particolar modo lo psicologo, che mi segue mi ha spiegato che nel mio caso non ci sono particolari cause ambientali che potrebbero aver precipitato questa caduta (nel senso che non ci sono stati lutti in famiglia, separazione con il mio marito, perdita di lavoro -attualmente studio e ho lavoro part time molto precario- o amici importanti, malattie gravi diagnosticate a me o ai miei cari etc) ma probabilmente la mia è dovuta a fattori genetici (mio padre e mia nonna paterna hanno sofferto di depressione) e una predisposizione biologica neurotrasmettiva encefalica (presuppono correlato con la mia genetica). Il problema che mi affligge è che mio marito frequentemente guarda foto di un anno o due fa, mi chiede come mai sono caduta in depressione, che non ci sono ragioni per cui io debba entrare in depressione, quasi non accettando la spiegazione che mi hanno dato. Secondo lei, è vero che una persona può cadere in depressione senza un motivo apparente, ma perchè predisposto? E se fosse cosi, come potrei spiegarlo a mio marito? E’ normale, secondo lei, che io reagisca male (mi sento molto in colpa e non a mio agio a non poter dare una spiegazione della malattia a mio marito)?
Grazie della sua cortese attenzione
blue
RISPOSTA
Gentile signora, può capitare che non ci siano motivi immediatamente riconoscibili per una depressione e che i fattori predisponenti abbiano un ruolo importante, ma ricercare una causa scatenante è molto importante per recuperare il senso di un parziale controllo sulla malattia: se conosco le cause posso fare qualcosa per evitare il rischio di ricadute, nonostante la predisposizione biologica. A volte la o le cause scatenanti possono essere apparentemente non rilevanti secondo un giudizio comune, ma hanno un significato importante per la persona perché attivano collegamenti con aspetti problematici delle proprie esperienze emotive precoci. E’ noto che queste esperienze possono lasciare tracce profonde attraverso modificazioni della stessa struttura di alcune aree cerebrali, costituendo un ulteriore terreno di predisposizione biologica non genetica ma psicobiologica.
E’ importante che suo marito venga aiutato ad affontare la depressione che vi coinvolge, perché è normale per i familiari non riuscire a comprendere il disturbo, scambiandolo a volte per una mancanza di volontà o peggio, con effetti colpevolizzanti su chi già soffre. Potrebbe accompagnarla dallo psichiatra o dallo psicologo per avere informazioni comuni e consentire a voi due di parlare di questi problemi con un supporto esterno. Cordiali saluti