DOMANDA
Buongiorno dottore
mi chiamo Rita nt 04/02/1950, abito in provincia di Udine. Nel febbraio del 78 dopo vari ricoveri e cure c/o ospedale Civile di Ud hanno scoperto che soffrivo di Sindrome Meniere. Dopo vari tentativi durati 3 anni, le crisi di vertigini mi sono passate e sono rimasti solo gli acufeni. Risoluzione acufeni ” prima ti abitui è meglio è”. E così ho fatto, problemi nel dormire mi rigiravo alzandomi durante la notte mettendo le cuffie della tv fino a quando mi riaddormentavo. Il 06/01/2013 purtroppo improvvisa crisi con vomito vertigini e perfino diarrea.
Riprese sempre solite cure sotto cura di un nuovo dott. X un po’ di tempo mi passa ,ma poi ritorna. Da gennaio poi sono sempre + frequenti. Gli acufeni + alti e non riusciamo ad abbassarlo in + ipoacusia. Le cure fatte sono con Arlevertan Rivotril Moduretic Diamox Mannitolo, cicli primaverili e autunnali di flebo con Mannitolo 10%, e 20 gg. fa provato Deltacorteerilipranzolo Rivotril Moduretic.
Ora mi chiedo se la notizia che ho avuto da amici è vera: che x abbassare gli acufeni e togliere questo ovattamemto all’ orecchio, c’è un laser a posta che è in grado di fare questo miracolo. La prego dottore mi dia una speranza.
Una paziente on + paziente.
GRAZIE
RISPOSTA
Gentile Signora,
come probabilmente già conosce, la Sindrome di Menière è una malattia dell’orecchio interno causata dall’accumulo di una eccessiva quantità di endolinfa. Ad oggi non sappiamo ancora la causa prima che determina la patologia; come ha scoperto non esiste quindi una terapia “definitiva” per la Menière. Questo non vuole dire che siamo senza armi.
In primo luogo separi il problema della vertigine episodica dall’acufene (dalla sua mail si percepisce come quest’ultimo sia il problema più invalidante). Diversi farmaci sono efficaci nel ridurre il numero di crisi vertiginose, alcuni dei quali da lei già utilizzati. Tuttavia la ripetizione delle crisi determina quasi sempre una diminuzione di udito irreversibile, la quale è ovviamente la causa prima dell’insorgenza del suo acufene. Il tentativo di migliorare il suo udito è strettamente correlato a quale è la sua soglia audiometrica attuale e quanto abbia variazioni nel tempo. Dalla valutazione di queste 2 variabili dipende quale terapia può essere considerata; in caso di una soglia uditiva ancora buona ad esempio si potrebbe pensare ad una protesizzazione acustica, la quale spesso produce spesso una riduzione dell’acufene. La componente emotiva inoltre deve essere considerata ed eventualmente trattata.
Sperando di esserle stato di un qualche aiuto le porgo distinti saluti
Roberto Teggi