DOMANDA
Gentile Dott. Fabbri, ho seguito per 20 mesi una terapia con Finasteride per contrastare la caduta dei capelli. Una serie di effetti collaterali mi hanno convinto a smettere la terapia. Dopo 5 mesi dalla sospensione gli effetti collaterali permangono, tra i quali si annoverano problematiche cognitive quali forte fatica nel mantenere attenzione e concentrazione anche per pochi secondi, “parlata farraginosa”, problemi di memoria. In quanto studente universitario questo mi provoca serie difficoltà e preoccupazioni.
Altri non cognitivi sono ginecomastia bilaterale, calo libido e forse sussiste una connessione con una dispersione anomala di grasso e dolori articolari delle ginocchia.
Si potrebbe sospettare che io mi sia lasciato suggestionare dalle informazioni che si trovano in rete;
tuttavia, alcune di queste problematiche erano già insorte ben prima che io cominciassi a sospettare del Finasteride.
Passato tutto questo tempo dalla sospensione della cura comincio a pensare seriamente che la cosiddetta sindrome da post Finasteride sia un rischio concreto. Se è vero che, a quanto sembra, molti andrologi hanno ormai preso atto della pericolosità del farmaco, vorrei sapere a grandi linee che cosa pensa di questo argomento un neuroendocrinologo e se è pensabile di intervenire almeno per quanto riguarda le problematiche cognitive.
La ringrazio
Cordiali Saluti
RISPOSTA
Gentile Sig.re,
in effetti la finasteride può provocare in pocchi casi calo dell’attività sessuale, difficoltà a concentrarsi e ginecomastia, effetti collaterali che comunque tendono a scomparire dopo la cessazione del farmaco.
Il tempo di scomparsa è individuale; cmque nel suo caso studierei l’assetto ormonale riproduttivo (testosterone totale e libero, estradiolo, prolattina, shbg, fT4, fT3, TSH, emocromo, sideremia e ferritina) per verificare che sia tutto a posto prima di intraprendere qualsiasi terapia.
Cordialmente
prof. Andrea Fabbri
Cordiali saluti