Sofferenza edematosa pregressa

    Pubblicato il: 23 Gennaio 2020 Aggiornato il: 24 Gennaio 2020

    DOMANDA

    Salve Dottore
    per un vecchio trauma contusivo di 3 anni e mezzo fa al piede a livello del 5 metatarso, in cui si generò frattura intraspongiosa ed edema osseo non subito riconosciuti, ho ancora sofferenze, tipo piede un pò rigido, continua tensione cioè sento piede che “tira” verso le dita piccole, fastidi all’appoggio sotto il 5 metatarso etc. Sto anche portando dei plantari che o non sono idonei oppure non so, hanno già subito 2 modifiche e, visitatami la podologa 2 giorni fa, ha disposto una variazione al plantare con modifica con cuneo supinatore perchè il piede è pronato. Io sono sempre più convinto che più che agire sui plantari, bisognerebbe cercare di risolvere i residui di sofferenza edematosa. Nei primi mesi effettuai laser, tecar, ultrasuoni..
    Questa l’ultima RMN di 6 mesi fa, a 1.5 tesla:
    “Indagine eseguita con tecnica SE e STIR con sezioni orientate sul piano assiale, coronale e saggitale.
    L’esame odierno viene confrontato con precedente analoga indagine eseguita in altra sede in data 08/06/2018.
    Al terzo prossimale della diafisi del V metatarso, sul versante esterno, permane sfumata banda di iperintensità di segnale della spongiosa, precedentemente segnalata, per circoscritta sofferenza edematosa.
    Si confermano gli esiti di sottile frattura composta intraspongiosa del malleolo peroneale, con normale intensità di segnale.
    Non si rilevano alterazioni a carico delle strutture capsulo – legamentose.
    Appianamento della volta plantare.
    Cavitazione geodica di circa 7 – 8 mm nel contesto del corpo del calcagno.
    Non evidenza di raccolte flogistiche né di versamenti nelle guaine tendinee sia del comparto esterno, che di quello mediale.
    Normale aspetto della fascia plantare e del tendine d’Achille.”
    Confiderei su indicaziuoni se c’è qaulche terapia che, considerato tutto, condizione e tempo trasorso, potrebbe migliorare (o risolvere) la sofferenza edematosa o comunque la situazione di questo piede. Le dico: chi mi ha proposto (dopo così tanto tempo da trauma) ancora Tecar e kinesioterapia, chi mi ha parlato di “onde d’urto focali”, chi di bifosfonati, chi di terapie in acqua…etc. E ora voglio io essere drastico: che debba andare in camera iperbarica??
    A Suo avviso quale (quali) terapie potrebbero giovarmi?
    La ringrazio

    RISPOSTA

    Buongiorno, sicuramente un valido supporto per la risoluzione dell’edema osseo è dato dalla terapia con i bisfosfonati. Sulla scelta del tipo di bisfosfonato bisogna valutare se siamo di fronte solo a un edema osseo o se ci troviamo di fronte a una sindrome algodistrofica. In quest’ultimo caso (diagnosi che comunque deve essere fatta da uno specialista) l’unico bisfosfonato che ha l’indicazione in scheda tecnica è il neridronato. In caso di edema osseo, invece, ottimi risultati si ottengono con l’uso di clodronato intramuscolo anche se si tratta di un’indicazione fuori scheda tecnica (off-label). Anche in questo caso la prescrizione deve essere fatta da un medico esperto.
    Cordiali saluti.

    Dott. Gianluca Concardi

    Gianluca Concardi

    Gianluca Concardi

    SPECIALISTA IN MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE. Nato a Lodi nel 1970, si è laureato in medicina nel 1997 all’Università degli Studi di Milano e specializzato in Medicina Fisica e Riabilitazione nel 2007 presso lo stesso ateneo. È responsabile dell’Ambulatorio Osteoporosi (centro affiliato SIOMMMS)  presso l’Unità Operativa di Riabilitazione Specialistica dell’Ospedale San Paolo di Milano ed è […]
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