sofferenza femore-rotulea

    Pubblicato il: 22 Aprile 2013 Aggiornato il: 22 Aprile 2013

    DOMANDA

    Buongiorno dottore. Di recente le ho chiesto un consulto in relazione alla patologia che purtoppo interessa le mie ginocchia (condropatia), al quale ha fornito la seguente risposta:
    “””” Nei casi di condropatia femoro-rotulea è consigliabile, nei limiti del possibile, ridurre gli sforzi a ginocchio flesso. Purtroppo la pratica della MTB è da ritenersi un esercizio “pesante” per l’articolazione femoro rotulea ed andrebbe limitato. Le motivazioni sono gli sforzi a cui l’articolazione del ginocchio è sottoposta nella pedalata in salita e le continue accelerazioni e decelerazioni che sottopongono il ginocchio a sforzi improvvisi e massimali. Meglio il ciclismo su strada dove lo sforzo è graduale ed è possibile un utilizzo del cambio che consenta di pedalare in scioltezza. Chiaramente è tutto relativo alla entità dei Suoi disturbi. Alcuni accorgimenti, quali l’utilizzo di un tutore per centratura di rotula, una terapia con condroprotettori, una buona preparazione muscolare, potrebbero aiutarLa a migliorare la resistenza delle Sue ginocchia alle sollecitazioni richieste dalla pratica sportiva. “”””

    Gentilissimo dottore vorrei approfittare della sua cortesia semplicemente per chiederle quali indagini strumentali consentono di chiarire clinicamente queste problematiche. Ciò soprattutto in considerazione del fatto che ripetute Rsm eseguite negli anni hanno dato esisti contrastanti (l’ultima indica un normale spessore cartilagineo – molto inverosimile secondo il fisiatra). grazie

    RISPOSTA

    E’ opportuno premettere che le risposte che vengono date in questa sede sono da intendersi come spiegazioni e consigli generali su varie patologie. Le domande dei lettori sono esempi da cui prendere spunto per spiegazioni. In nessun modo le nostre risposte sono da intendersi come diagnosi o consigli terapeutici da riferirsi ai singoli casi. Per un parere specifico sul singolo caso è infatti indispensabile una visita approfondita che non può essere eseguita via mail.
    Venendo alla sua domanda, l’esame strumentale non invasivo, di uso clinico corrente, più accurato per la diagnosi delle lesioni cartilaginee in genere, e della femoro-rotulea in particolare, è la Risonanza Magnetica. A volte però le lesioni di piccole dimensioni o le iniziali degenerazioni cartilaginee sono difficili da visualizzare anche con la RM. L’esecuzione di sequenze RM specifiche per la cartilagine articolare migliora di molto la sensibilità dell’esame. Quando ci sono dubbi si possono richiedere esplicitamente queste sequenze.
    L’alternativa è quella di eseguire una artroscopia. Si tratta però di una pratica invasiva, che è sempre meno utilizzata a solo scopo diagnostico.