Sofferenza interiore al vederlo indifferente

    Pubblicato il: 10 Marzo 2011 Aggiornato il: 10 Marzo 2011

    DOMANDA

    Gentile Dottoressa, ho avuto una breve relazione (6 mesi)con un ragazzo, ormai finita. L’intimità sessuale c’è stata dopo sole due settimane che ci conoscevamo. Lui ha sempre voluto tenere nascosta la nostra storia. Quando ho deciso di evitare i rapporti sessuali che spiritualmente oltre che fisicamente, non mi facevano stare bene, lui si è sempre più allontanato. Ho troncato nonostante gli volessi bene e adesso ci trattiamo come due estranei. Provo tanta rabbia e vorrei dirglielo. Sbaglierei?Mi chiedo poi perché per aspirare a una storia seria, noi donne dovremmo non cedere alla forza della passione. Ora penso che se forse non fossi andata a letto con lui così presto, mi avrebbe trattata in modo diverso e sento questo come una profonda ingiustizia della mia condizione di Donna. Non sono mai stata calcolatrice e non ho mai usato queste tattiche, preferendo la spontaneità, ma mi dispiace aver incontrato maschilisti.

    Come posso alleviare la mia sofferenza al vederlo?

    Grazie

    RISPOSTA

    Distinguerei le emozioni che lei prova verso se stessa da quelle che prova verso di lui e comincerei a fare chiarezza sulle prime.

    Mentre la mente può immagazzinare fatti del passato, vicissitudini del momento e prospettive future, l’emozione si riferisce sempre al presente. E’ adesso che lei può provare rabbia, incertezza, colpa, frustrazione, nervosismo .. Non risolve la situazione dicendosi ‘se allora’. Quel momento con le sue emozioni è passato. E’ adesso che lei può dirsi ‘se ora’ ..

    Per quanto sia faticoso, credo che valga la pena arrestare o rallentare il flusso di pensieri e di ricordi e stare nel momento attuale. Lei ha preso una decisione che ora orienta la sua vita in altra direzione. Come si sente adesso ? Lei non è più nella situazione precedente. E’ in quella attuale.

    Capita a tutte e tutti – senza distinzione di genere – di riscoprirsi come persone ferite. Le lacerazioni, i tagli e le infezioni possono guarire. Come in medicina si può fare uso di disinfettanti, antinfiammatori e antibiotici, così in psicologia si possono lenire le ferite combattendole con emozioni positive (ovviamente di altra origine), progettualità (investire in obiettivi in cui si crede) e appellandosi al principio che ‘una è la persona, altro sono i suoi comportamenti o le storie di vita’. Le persone (lei ad esempio) sono un valore che va ben oltre ciò che è accaduto loro, scelto o capitato. Le persone possono rimettersi in gioco, ripartire e rilanciarsi e semmai trarre insegnamento da ‘episodi di vita’ che a posteriori riconoscono essere stati problematici o – per certi versi – fallimentari.

    Il passato è passato. Lei può solo vivere nel presente ed investire nel futuro, con grinta e con gioia. Quest’ultima le verrà come minimo quanto sentirà di essersi liberata da un passato che non le appartiene più, che lei stessa ha lasciato.

    Perché consentire ad una persona che l’ha ferita di farle male ancora ? Non alimenti quei ricordi, viva di altri pensieri: quelli di oggi e dei prossimi giorni. E nel contempo lasci fluire le sue emozioni. nessuno gliele può togliere, come nessuno le può vivere al posto suo.

    Una volta che avrà letto bene in questo suo turbolento vissuto emotivo e curato le sue ferite vedrà che anche leggerà con maggiore chiarezza nell’emotività che lei prova verso di lui e che – le auguro – non sarà più la stessa.

    Viva la sua di vita: quella che ha davanti !