Somatizzazione o disturbo fisico?

    Pubblicato il: 2 Marzo 2012 Aggiornato il: 2 Marzo 2012

    DOMANDA

    Salve,
    mi chiamo Giulia, sono una studentessa di medicina di 19 anni.
    Da un po’ di tempo a questa parte accuso dei sintomi abbastanza variegati che non riesco a spiegare: cefelea (ne ho sempre sofferto), episodi periodici di vertigini (visitata da un otorino,ha attribuito la cosa a vertigine parossistica benigna),nausea.
    Mia madre è affetta da anni da depressione ed è sotto cura, mio padre da poco tempo (circa un anno) è affetto da una sorta di disturbo paranoide,anche lui è curato e seguito da uno psichiatra.A me è capitato in passato di avere, in periodi piuttosto stressanti, delle specie di “crisi” di panico o di ansia, non so cosa fosse: non riuscivo più a controllarmi, mi sembrava di morire, non riuscivo più completamente a muovermi, urlavo, piangevo, mi sembrava davvero di stare per morire.
    Qualche giorno fa mi sono svegliata con un forte mal di testa e con le vertigini.Ho preso 2 microser da 16 mg, che di solito durante le crisi di vertigini mi sono molto utili,ma non hanno fatto nessun effetto.Qualche ora dopo,avvertivo fastidio ad un occhio e ho visto che avevo una palpebra (la dx) molto più bassa dell’altra.Questi problemi nel corso della giornata si sono poi risolti.Mi capita però,quando dormo,di svegliarmi improvvisamente e di prendere a respirare tutto d’un tratto,come se prima non stessi respirando più;ho inoltre frequenti parestesie agli arti.Non so se il mio sia un problema fisico o psicogeno e non so che fare,sto male e non riesco più a fare niente…

    RISPOSTA

    Cara futura collega,
    i disturbi che Tu descrivi sono molto suggestivi per un disturbo da somatizzazione (sono molto numerosi, variano nel tempo, interessano apparati diversi). D’altra parte conviene che Tu sia vista da un neurologo che escluda disturbi organici. Quando si fosse sicuri dell’assenza di rilevabili sofferenze organiche, l’aiuto di uno psicologo si impone. Comunque sappi che la propria sofferenza potrà esserTi d’aiuto in futuro nella professione medica. Non darei invece soverchia importanza alle affezioni genitoriali che hanno una molto bassa probabilità di trasmissione . naturalmente non possiamo escludere l’influenza data dalla Tua preoccupazione per loro.
    Cordialità
    Cesare Casati