DOMANDA
Mi chiamo Alessia Scarano.Ho 50 anni .Vivo a Napoli.Dal mese di settembre in seguito ad una adenolinfopatia con ingrossamento dei linfonodi inguinale in particolar modo ,dopo aver eseguito uno Fnab,ho saputo di essere affetta da un linfoma non hodkin ,di tipo follicolare,di secondo stadio,silente ed indolente. La pet tac con mezzo radioattivo la rilevato che sono.intereessti i linfonodi addominali,inguinale ed uno laterocervicale.Dalka biopsia midollare il midollo non risulta coinvolto .Ematologa che mi ha presa in cura mi ha spiegato che oggi si tende a far diventare questo tipo di tumore come una malattia cronica ,visto che vi è il rischio che anche facendo una chemio mista a terapia immunitaria ,vi è il rischio che il tumore possa non essere eradicato. Alla luce di questo e del fatto che la terapia è mielotossica ,mi hanno consigliato un periodo di sorveglianza attiva con un follow up continuo con esami pet tac e controlli ematici.Le chiedo un suo parere in merito e se questa metodica della sorveglianza attiva sia diffusa e comune a molti malati
Ematolga mi ha inoltre detto che la mia forma non è mortale.La ringrazio di cuore per la sua cortese risposta.Alessia Scarano.
RISPOSTA
Buongiorno. La sua ematologa ha perfettamente ragione e quello che le ha consigliato corrisponde a ciò che le sarebbe detto in qualsiasi altro Centro ematologico. Un’eventuale terapia potrà essere iniziata quando necessario.
Cordiali saluti,
Francesco Onida