DOMANDA
Caro dottor Aprile,
le scrivo per chiederle un’informazione relativa al carattere del mio fidanzato. Da un pò di tempo mi rendo conto che lui è molto chiuso e non riesce ad aprirsi completamente a me. Ho ipotizzato che questa mancanza di fiducia nei miei confronti e le liti continue (inutili episodi di gelosia e possessività che però lui nega con decisione), che caratterizzano il nostro rapporto non sono dovute semplicemente al fatto che la nostra relazione è nata relativamente da poco ma che forse lui ha subito in tenera età la sindrome dell’abbandono. Lui infatti soffre molto del fatto di non aver mai conosciuto i suoi genitori biologici e questo mi fa credere che questa sua impossibilità di “buttarsi” in un rapporto importante sia dovuta a questo. Lei che cosa ne pensa? La ringrazio in anticipo e le faccio i miei complimenti.
Lullaby
RISPOSTA
Carissima, lei rileva il fatto che il suo fidanzato da “un pò di tempo…è molto chiuso e non riesce ad aprirsi completamente” a lei. Sottolinea che “le liti continue (inutili episodi di gelosia e possessività che però lui nega con decisione)” possano essere dovute al fatto che il suo fidanzato “in tenera età” abbia subito “la sindrome dell’abbandono” e sembra che lei sia arrivata a formulare questa ipotesi sulla base della circostanza per cui il suo fidanzato “soffre molto del fatto di non aver mai conosciuto i suoi genitori biologici”. Cosa pensare in questi casi? Prima di tutto, mancano numerosi elementi per avanzare una qualche ipotesi sui comportamenti del suo fidanzato (e anche sui suoi nei rigurdi del fidanzato). Ad esempio, che età ha il suo fidanzato? E lei? Lei dice che la vostra “relazione è nata relativamente da poco”, ma da quanto tempo esattamente? Tuttavia, a prescindere da tutto questo (che però è importantissimo), le consiglio di non formulare ipotesi sulle ragioni che guidano i comportamenti del suo fidanzato. Ammesso anche (e non concesso) che lei abbia ragione, questo fatto non aggiunge nulla alla vostra possibilità di andare più d’accordo. Capirsi, in qualsiasi rapporto d’amore, dipende molto poco (se non nulla) da quanto riusciamo (o non riusciamo) a comprendere razionalmente il partner. L’affinità è una questione di sentimenti, emozioni, affettività, fatti, episodi che suscitano in ciascuno di noi reazioni di avvicinamento o, al contrario, di allontanamento (più probabilmente un misto di questi processi di avvicinamento/allontanamento). Ami (o non ami) e basta. Cerchi di capire cosa sente dentro di sé, anche quando il suo fidanzato innesca liti basate su inutili episodi di gelosia e possessività. Cosa prova in questi momenti? Quanto è disposta ad amare il suo fidanzato nonostante questi episodi di gelosia e possessività? Se, con molta sincerità, risponderà a se stessa che lo ama e lo vuole anche in queste situazioni, allora è probabile che la vostra relazione sia destinata a durare ancora (per qualche tempo o addirittura per tutta la vita, o per diversi anni). Spetta sempre a noi decidere se siamo disposti a puntare ancora su un amore che stiamo vivendo, oppure no. Ma di sicuro non dipende dalle ragioni più o meno profonde o azzeccate che facciamo sui comportamenti di chi, in quel momento della nostra vita, amiamo. I miei più sinceri auguri per la sua vita, Luigi Aprile.