stare sola

    Pubblicato il: 6 Marzo 2012 Aggiornato il: 6 Marzo 2012

    DOMANDA

    salve.non so da quando non riesco a stare sola a casa.non è stato sempre così ma da anni si… da 2 anni sono sposata e mio marito lavora fuori tutto il giorno quindi dopo aver sofferto per non riuscire a stare a casa sola ho trovato l’espediente di andare a cas adei miei dove mangio almeno in compagnia e poi torno quando arriva mio marito.a volte riesco a stare di più a volte se per esempio sono un po’ ansiosa o presa da pensieri proprio non ce la faccio. queta cosa mi fa soffrire molto davvero. vorrei essere tranquilla a casa a godermela ma non conosco relax da sola. il problema or aè che da 20 gg è nata la mia stupenda bimba e stare sola con lei è ancora peggio. da sola se arrivava il panico scappavo via ma con lei è diverso. in più non voglio continuare questa storia. vorrei che crescesse nella sua casa vorrei fare tante cose con lei ma la paura l’ansia il panico me lo impediscono. se rimango sola per un po’ faccio mille chiamate vedo se ci sono i vicini.chiudo tutte le porte pronta per la fuga. non mi godo niente…sono veramete triste… a volte dico faccio arrivare il panico massimo e magari dopo riesco a superare ma scappo sempre prima.il cervello mi va letteralmente in tilt…è una cosa bruttissimna. dopo mi rimane un senso di tristezza e sconfitta devastante che si aggiunge a una malinconia e lacrima facile da quando sono tornata dall’ospedale.non mi sto godendo mia figlia e la mia vita.da dove comincio? accetto consigli perchè così non posso continuare.

    RISPOSTA

    Stare soli non è facile. Le persone sono esseri sociali e amano la compagnia. E’ nella loro natura ! La solitudine e la capacità di viverla sono traguardi che si possono conquistare, magari partendo da piccoli passi e non aggiungendo stress a stress.
    Piccoli passi
    Una tecnica per mettersi in gioco in questo apprendimento (stare sola) consiste nel provarci gradualmente. Supponiamo lei non sia allenata alla corsa. Se volesse iniziare dovrebbe fare prima 10 minuti al giorno, poi 20 .. ecc. per giungere dopo un bel po’ di tempo a fare magari una piccola maratona di qualche ora. Così è per le capacità psicologiche. Se vuole cimentarsi in questa ‘attività’ che ribadisco non è semplice la incoraggio a provarci gradualmente. Provi a stare da sola per tempi via via crescenti e senza un particolare limite, considerando ogni tempo in più che riesce a vivere nella solitudine come una conquista di cui andare orgogliosa.
    Multi-stress
    La gravidanza, il parto, il periodo dell’allattamento sono momenti che si configurano come stressanti per l’organismo e anche per la sfera psicologica. Si acquista un nuovo status che sarà per sempre, cioè quello di mamma.
    Tenga conto di queste naturali fatiche e volendo intraprendere un cambiamento, ad esempio imparare a stare da sola per tempi più lunghi non scelga proprio questo momento così delicato, impegnativo, faticoso e nuovo per cominciare. Anzi, in linea generale, è proprio quando arriva una nuova creatura in casa che la mamma ha bisogno di maggiori aiuti e della presenza di qualcuno che la sostenga materialmente ed affettivamente… e naturalmente saranno gli altri (la mamma, la sorella, una amica.) che verranno nella vostra casa . che così risulterebbe più riempita.
    Dal vuoto alla pienezza
    Credo infatti che all’origine del suo problema vi sia un senso di ‘vuoto’ che naturalmente aleggia nelle case non animate dalla presenza di molte persone e che può richiamare incertezze, paure, difficoltà a viversi, ansie che proprio in questo vuoto prendono forma.
    Se un giorno decidesse di porre in atto la piccola strategia che le ho descritto sopra (piccoli passi. tempi crescenti di solitudine) badi di non viverla come una ‘amara medicina’. Anzi ! Trovi modi costruttivi, gioiosi, personali di ‘riempire il tempo’ che trascorre nello spazio casa.
    Quali ? Lei sola li può conoscere davvero !
    Da fuori mi verrebbe di invitarla a pensare a tutti quei modi che richiamano forme di ‘accudimento’: coltivare piante, cucinare un dolce per il marito che torna dal lavoro o l’amica che viene in visita, dare un nuovo assetto all’oggettistica in casa, .. ovviamente seguire la piccola, stare con lei nel gioco, leggere favole assieme .. e chissà quante altre forme di ‘accudimento’ potrà trovare.
    Si ricordi però sempre di non tralasciare di accudire se stessa. Quella paura dello spazio vuoto si può collegare infatti a un tempo vuoto e a delle caverne che – oscure – stanno nel suo intimo. Sono incertezze che solo un percorso psicoterapeutico può sbrogliare, se un giorno ne avvertisse il desiderio.
    Per ora stilerei una scaletta del tipo
    – che altri vengano da lei a rendere ‘piena’, ‘viva’, ‘movimentata’ la sua casa
    – che provi a stare da sola con la sua creaturina per tempi brevi, poi via via crescenti, magari a partire da un momento meno faticoso rispetto a quello dei primi mesi dopo il parto
    – che inizi a pensare cosa fare nella solitudine e quali attività rivolte agli altri (magari non presenti fisicamente ma vivi in lei) può intraprendere
    – che il suo uscire non sia solo verso un’altra casa (mi cita quella della mamma), ma anche altri ambienti e spazi (. magari può iniziare con il parco giochi.) dove potrebbe incontrare altre mamme con cui condividere pensieri, incertezze, difficoltà.
    Le auguro di affrontare questo percorso che la condurrà a vivere nella sua casa fisicamente sola, ma non affettivamente tale, con serenità, senza timore delle ‘ricadute’ o di non farcela.. Arriverà un giorno in cui si accorgerà giunta sera che è stata così presa da molte e piacevoli e arricchenti ‘cose’ che neppure si è accorta di essere rimasta ‘senza nessuno in casa’.
    Coltivi la sua casa interiore intanto e vedrà che questo bene un bel giorno arriverà.