DOMANDA
Egregio professor Biondi,
La seguente lettera per sottoporle il mio caso: mi hanno diagnosticato a Roma, tra cui anche il compianto prof Pancheri di cui ero paziente, un forte stato depressivo e depersonalizzazione . Alcune volte metto in dubbio la mia identità, diversi anni fa in seguito ad una forte depressione mi furono somministrate forti dosi di Serenase ed En ovviamente in flebo, tuttavia la diagnosi non fu corretta e quindi anche i farmaci che mi furono somministrati per 8 giorni , diedero effetti collaterali, infatti a casa con il Serenase ed En ebbi il parkinsonismo trattato subito con akineton e tad 600 . Mi creda da allora ebbi la letargia con potente depressione piu di quanta ne avevo e da allora sto sempre male le chiedo può esseren stato il serenase ad alti dosaggi ad avermi ulteriormente reso anedonico apatico e sempre stanco?Attualmenteseguo ancora la terapia per la depersonalizzazione con e Anafranil 100mg al giorno e Abilify 5mg che mi provoca secchezza della bocca occhi e inoltre le chiedo se questo stato di apatia che mi trascino da allora del serenase ad oggi è possbile che sia determinato dal neurolettico in questione e che mi abbia causato le le idee ossessive che mi perseguitano. In attesa di una sua risposta, colgo l’occasione per porgerLe cordiali saluti.
RISPOSTA
Gentile signore,
il medico valuta sempre accuratamente il rapporto costi/benefici di ogni prescrizione farmacologica e nel caso interviene per ridurre al minimo ogni effetto collaterale ascrivibile all’assunzione del farmaco. Per far questo, il medico deve conoscere bene la storia personale e clinica del paziente, al fine di essere in grado di valutare correttamente la risposta individuale alla terapia prescritta. In questo senso, la invito a contattare lo specialista che la sta seguendo e le ha indicato la terapia da assumere, perchè si tratta senz’altro della persona più qualificata a dare risposte appropriate ad ogni sua perplessità.