Terapia mantenimento disturbo umore

    DOMANDA

    Gentile professore, ho 27 anni e da quando ne avevo 20 soffro di disturbo dell’umore (Depressione maggiore, episodio ricorrente)associato a disturbo affettivo di personalità. Si sono verificati anche un paio di episodi ipo-maniacali. Fino alla fine dello scorso anno sono stata seguita da una psichiatra, la quale ha modificato molto spesso la terapia. Le cito i farmaci che ho assunto dal 2005 (come vedrà si tratta soprattutto di ansiolitici, antidepressivi e stabilizzatori dell’umore): Sereupin, Tavor, Levopraid, Samyr (cicli di fleboterapia), Lamictal, Dropaxin, Laroxyl, Abilify, Cymbalta, En, Carbolithium, Davedax, Mutabon Antidepressivo, Wellbutrin, Mutabon Forte, Seroquel RP, Efexor RP, Mutabon Ansiolitico. Il mio ultimo episodio di depressione maggiore si è “concluso” a maggio-giugno dello scorso anno. Da allora, la terapia di mantenimento è stata Sereupin associato a Mutabon AD (il dosaggio di entrambi i farmaci è variato nel corso dei mesi). Dall’inizio dell’anno in corso, mi segue un’altra psichiatra che, da circa un mese ha ritenuto opportuno reintrodurre uno stabilizzatore dell’umore. E’ bene che le spieghi che, tre anni fa il Lamictal era stato sostituito con il Carbolithium, poi sospeso, dopo circa un anno di assunzione, dal momento che aveva “appiattito la mia personalità” (scusi l’espressione). Attualmente assumo una cpr di Lamictal da 100 mg e una di Mutabon Mite, ma sono preoccupata di una possibile ricaduta. Le ho scritto per avere un suo parere. La ringrazio

    RISPOSTA

    Prendo a pretesto la sua mail per un discorso che può interessare molti altri lettori: la quantità di informazioni che sono alla base della sua richiesta di un parere sono solo la punta di un iceberg di ulteriori informazioni che non si possono fornire in una mail, che però sarebbero indispensabili per capire la sua situazione; solo un colloquio prolungato e approfondito può consentire di raccoglierle, valutarle e discuterle e rendere quindi attendibile un parere anche di un esperto che non si creda un mago. In altre parole un esperto con informazioni insufficienti può fornire solo pareri generici e meno attendibili di chi ha la possibilità di conoscere e approfondire direttamente la situazione. Cosa posso dirle in conclusione: se ha dei dubbi sul trattamento in corso (peraltro compatibile con la diagnosi che l’è stata fornita) cerchi di parlarne con la psichiatra che la segue che può fornirle i chiarimenti necessari. La cura di un disturbo psichiatrico richiede una collaborazione fiduciosa tra paziente e terapeuta. Solo in caso di dubbi insanabili, o di mancata intesa può essere utile o necessario chiedere la consulenza di un altro psichiatra o cambiarlo.

    Renzo Rizzardo

    Renzo Rizzardo

    ESPERTO IN DISTURBI DELL’UMORE E D’ANSIA. Già professore a contratto di psichiatria all’Università di Padova. Nato a Basiliano (Udine) nel 1946, si è laureato e specializzato in psichiatria a Padova. È stato responsabile del centro di salute mentale dell’Università di Padova e coordinatore regionale per il Triveneto della Sirp (Società italiana di riabilitazione psicosociale). Si […]
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