Test gastrinemia con valore basso e terapia

    Pubblicato il: 25 Novembre 2016 Aggiornato il: 25 Novembre 2016

    DOMANDA

    Gentile Dottore,
    vorrei che mi facesse un po’ di chiarezza sull’efficacia degli inibitori di pompa protonica e della ranitidina.
    Purtroppo, ad oggi, i miei medici curanti non mi hanno tolto nessun dubbio, anzì sono aumentati.
    Circa un anno fa, dopo una gastroscopia, mi fu diagnosticata una GASTRITE EROSIVA ANTRALE ed ULCERA DUODENALE IN FASE ATTIVA (FORREST III), la terapia consigliata dallo specialista fu un ciclo di PPI per 8 settimane. Il mio medico di base mi prescrisse Lucen 40mg. ma dopo 5 settimane di cura non avvertivo miglioramenti, così mi recai nuovamente dal medico e gli chiesi di prescrivermi l’esame della gastrina, per capire se il Lucen su di me aveva o meno efficacia. Il risultato della gastrinemia fu 38. Il test della gastrinemia fu fatto con terapia IPP in corso.
    Un valore così basso dovrebbe significare che su di me l’esomeprazolo non ha alcun effetto. E così decisi da quel momento di passare alla ranitidina, il medico mi prescrisse 300mg di ranitidina al giorno. Feci quasi due mesi di cura di ranitidina e quando andai a fare la seconda gastroscopia, la gastrite e l’ulcera risultarono perfettamente guarite.
    A seguito del test della gastrinemia devo considerare inefficaci su di me tutti gli inibitori di pompa protonica, vedi esameprazolo, pantoprazolo etc e prendere sempre e solo in considerazione la ranitidina?
    Il mio medico di base, sul test della gastrinemia, l’ho completamente trovato spiazzato, non capiva il collegamento gastrina bassa/inibitori inefficaci ed ancora oggi insiste nel dire che quel test non vuole dire nulla e che posso tranquillamente assumere l’esomeprazolo o similari. Stessa reazione la notai nello specialista che mi fece la seconda gastro, il quale sostenne che non era necessario nessun test della gastrina e che avrei potuto continuare la cura assumendo il Lucen, e che il risultato sarebbe stato il medesimo, ossia guarigione completa.
    Ora, alla luce di tutto ciò, vorrei che qualcuno di voi mi dicesse che quel test è assolutamente attendibile e che un valore così basso con terapia in corso di IPP sta a significare che su di me nessun inibitore di pompa protonica può avere effetto, se non provando con la Ranitidina, che agisce sfruttando un meccanismo completamente diverso.
    Grazie

    RISPOSTA

    gentile signore, la sua domanda non solo è interessante ma indica che lei ha notevoli conoscenze di fisiopatologia. Tra il pH gastrico e la gastrinemia esiste un feed-back per cui quando il primo sale, si innalza anche la seconda per aumentare la massa di cellule parietali attive e in definitiva aumentare la produzione di acido gastrico. Usando gli antisecretivi, sia gli H2 antagonisti che i PPI, si innalza il pH e di conseguenza aumentano i valori gastrinemici, nel tentativo di “correggere” l’ipocloridria jatrogena. La risposta gastrinemica è un indice, molto grossolano, del funzionamento di un antisecretivo. Tuttavia, il feed-back può richiedere tempi più lunghi o dosaggi più alti per mostrare variazioni di gastrinemia significative, anche a fronte di un buon effetto antisecretivo. Inoltre, l’azione sulla riduzione della secrezione acida gastrica è PPI>H2, per cui il suo passaggio alla ranitidina per aumentare l’effetto antisecretivo è illogico. Spero di averle chiarito il problema