DOMANDA
Buongiorno Dott.ssa, sono il papà di un bambino di 4 anni. Dall’età di circa 1 anno e 1/2 mio figlio ha iniziato ad avere quello che considero un tic: unisce le mani, si irrigidisce e fa una smorfia con il viso. Queste manifestazioni erano inizialmente abbastanza sporadiche e si verificavano prevalentemente quando egli manifestava le sue emozioni. Recentemente (circa 1 anno), a seguito dell’entrata alla scuola materna e della nascita di una sorellina, questo tic è aumentato (a volte passeggia da solo anche per qualche minuto assorto nei sui pensieri associando al tic motorio anche un suono come un “gridolino”).
Io e mia moglie cerchiamo di non dire nulla, di distrarlo ma sinceramente siamo un po’ preoccupati. Le insegnanti della scuola materna ci hanno più volte rassicurato dicendo che è un bambino molto intelligente e sensibile e che secondo loro non dobbiamo preoccuparci perché quello è il suo modo per gestire l’ansia e le emozioni e col tempo passerà.
Per ampliare il quadro della situazione, Le dico che mio figlio è un bambino molto avanti dal punto di vista intellettuale ma invece un po’ goffo in ambito motorio. Ogni volta che tenta di fare qualcosa e non riesce si arrende facilmente. All’asilo a detta delle maestre non ha difficoltà di relazione, a casa invece preferisce la compagnia degli adulti a quella dei suoi coetanei.
Le sarei grado se mi fornisse il Suo parere.
Grazie
RISPOSTA
Egr. Signore,
Lei descrive molto bene le manifestazioni del suo bambino e le ha collegate con alcune ipotesi legate alla predisposizione ad avere questi comportamenti ed agli eventi per lui stressanti che hanno accompagnato l’ultimo anno, ovvero la nascita della sorellina e l’ingresso alla scuola materna , che possono dare ragione della sua ansia, insicurezza e difficoltà manifestate con gli episodi descritti.Sarebbe importante sapere se avete antecedenti per tics in famiglia. Credo che ” fare finta di niente “e non sottolineare il problema sia il primo passo utile come attitudine famigliare, ma che occorra andare oltre nella comprensione dell’ansia e della tensione del bambino proprio per comprenderlo meglio ed aiutarlo a superare la difficoltà senza la necessità di ricorrere a questi comportamenti.Credo che la consultazione con un neuropsichiatra infantile che conduca alcune osservazioni di gioco del bambino possa essere per lui e per voi genitori di grande utilità.
Cordialmente
prof. Elisa Fazzi