DOMANDA
Buonasera dottore,
circa 4 anni addietro mi è stata diagnosticata una Tiroidite di Hashimoto dopo esami del sangue ed ecografia. A partire da allora, con tsh intorno a 6,4 e valori anticorpi elevati, mi è stata prescritta dall’endocrinologo terapia con eutirox da 87,5 datemi anche in funzione di controllo di due noduli tiroidei, con successivo tsh sceso a 2,4. Preciso che ho 52 anni peso 90 kg e svolgo a Roma attività manageriali con spesso situazioni stressanti. L’adattamento all’ormone tiroideo è stato per me molto difficile, soprattutto il primo anno con disturbi vari dell’umore mai prima registrati. Negli anni il tsh è rimasto sempre intorno a 2,4 / 2,5 cosi come stabili sono rimasti i 2 noduli.Di recente mi è stato proposto da un endocrinologo milanese l’utilizzo di una nuova formulazione a capsule molli dell’ormone da 88 mg, cosa che mi ha ulteriormente abbassato il tsh ma ha comportato un aumento dei disturbi dell’umore e irrequietezza sopravvenuti dopo cambio tipologia ormone. A questo punto in maniera autonoma ho deciso da una ventina di giorni di assumere eutirox da 50 mg e sento di stare meglio, con superamento dei disturbi sopra segnalati. Sono pertanto a chiederle se una diminuzione netta dell’ormone assunto può comportarmi conseguenze inattese. Inoltre volevo chiederle in vista del prossimo controllo dei valori che intendo fare tra 8 settimane, quali siano i valori corretti del TSH sotto trattamento con ormone x tiroidite di hashimoto. Grazie in anticipo
RISPOSTA
Gentile Sig.re, i valori ottimali di TSH per una buona sostituzione tiroidea sono intorno a 1-1.5, con valori di fT4 >1.0. La nuova formulazione in capsule molli consente una migliore biodisponibilità’ dell’ormone ma deve essere tarata sulla persona e sul peso corporeo (solitamente intorno a 1 mcg/kg di levotiroxina). Quindi credo che nel medio-lungo termine eutirox 50 sia insufficiente, ma una capsula molle a 75 potrebbe risolvere; inoltre nella tiroidite di Hashimoto la terapia dovrebbe essere completata da una integrazione giornaliera adeguata di iodio, selenio e vitamina D, che spesso e’ bassa e deve essere corretta terapeuticamente. Questo per la migliore stabilità della funzione tiroidea, della qualità della vita e della progressione dei noduli.
Cordialmente
prof. Andrea Fabbri