DOMANDA
Buonasera,
Vorrei fare una domanda che semrerà molto banale,ma vorrei cercare di capire meglio.
So che una corneatrapiantata ha limiti rispetto a una cornea normale,e questi(mi corregga se mi sbaglio a trarre questaconclusione)sonoprincipalmente:
1)I forti astigmatismi irregolari postoperatori
2)Il rischio di rigetto che,pur basso e pur diminuendo con il tempo,in realtà è semprepresente
3)La durata limitata del lembo poichè la cornea trapiantata ha una velocità di impoverimento endoteliale molto maggiore rispetto a una cornea normale,con conseguente opacizzazione a un certo momento
Nella lamellare resta l’endotelio con i vantaggi relativi,ma se si ha già fatto la perforante indietro non si tornapiù ovviamente.
Perciò vorrei chiedere se ci sono sforzi da parte della ricerca scientifica per cercare di superare questi limiti in maniera che la situazione di una persona trapiantata possa venire a essere uguale o paragonabile a quella di una con la sua cornea originale sana?
Grazie
RISPOSTA
I limiti da Lei posti sono veri, ma non sempre: tutti noi specialisti del settore abbiamo pazienti trapiantati da molti anni (fino a 50) che stanno bene, senza astigmatismi elevati o altri problemi da Lei menzionati. Una percentuale di trapiantati tuttavia li sperimenta ed è proprio nel tentativo di ridurre tale percentuale che si sono indirizzati i nostri sforzi. I risultati ottenibili sono già molto soddisfacenti. Le ricordo di guardare sempre la metà piena del bicchiere e di considerare che quando si giunge all’indicazione di un trapianto la malattia causale è sempre importante e il danno visivo tale da giustificare anche risultati buoni, ma non tali da ridare una situazione perfetta. Cari saluti, Alessandro Galan