DOMANDA
Salve, sono una giovane trapiantata di fegato (causa epatite autoimmune), perciò una paziente immunodepressa e due anni e mezzo fa ho scoperto di essere affetta da mycoplasma ureaplasma. Le scrivo perché sono DISPERATA, non so più a chi rivolgermi e come fare per risolvere la mia situazione, che nel mio caso è complicata dal fatto di assumere farmaci immumosopressori. Dalla diagnosi ho fatto innumerevoli cicli di antibiotici associati all’assunzione di fermenti lattici, ma non sono mai riuscita a debellare l’ infezione; al contrario, in questi due anni sono stata colpita anche da candida, streptococco, chlamydia.
Il penultimo tampone evidenziava esclusivamente la presenza del mycoplasma ureaplasma, ma l’ultimo, eseguito circa tre settimane fa, segnalava, oltre che quest’ultima, anche la presenza, di nuovo, della chlamydia.
La prego di essere così gentile da consigliarmi un bravo esperto, che possa prendere a cuore il mio caso. Sono molto giovane, trapiantata e ho paura che questo disturbo si stia cronicizzando.
Grazie per la risposta che vorrà fornirmi.
RISPOSTA
La presenza di Ureaplasma è un problema di scarsa rilevanza clinica, probabilmente mediato, come spesso accade, da un’alterazione dell’ecosistema vaginale, che in pazienti con la sua patologia è piuttosto frequente. Il trattamento antibiotico, anche nella sua situazione, non è comunque indicato. Piuttosto va capito meglio se ci sono (e quanti) lattobacilli nel tampone vaginale e com’è il pH vaginale, e intervenire di conseguenza ristabilendo l’equilibrio della normale flora batterica vaginale. L’assunzione di “fermenti lattici” non dice molto di più, anche perché non si capisce se (e quali…!) ha eventualmente assunto per bocca o per via vaginale. Infine, mi permetto piuttosto di suggerirle di fare attenzione a Chlamydia, piuttosto che all’innocuo Ureaplasma, e magari di fare maggiore attenzione ai rapporti sessuali potenzialmente a rischio, in quanto l’infezione da Chlamydia si acquisisce solo da partners a loro volta positivi.