trauma nervo ottico

    Pubblicato il: 14 Agosto 2013 Aggiornato il: 14 Agosto 2013

    DOMANDA

    Gent.le Dottoressa,
    mia figlia due settimane fa ha subito un grave trauma cranico ed è sottoposta ad intervento di decompressione del nervo ottico che aveva subito un danno a causa delle microfratture dell’arcata orbitale. L’intervento è riuscito, ma la visione al momento delle dimissioni era comunque limitatissima. In questi ultimi giorni la visione è migliorata. E’ il caso di attendere un ulteriore miglioramento spontaneo, per i tempi di assorbimento dell’edema e dell’ematoma, o è il caso di sottoporla quanto prima a terapie che migliorino l’efficienza del nervo ottico traumatizzato?

    RISPOSTA

    Gentile Sig.ra,
    dalle informazioni cliniche disponibili ritengo che l’intervento di decompressione del nervo ottico sia stata la procedura adeguata. Immagino che sia stato abbinato anche un trattamento con corticosteroidi ad alto dosaggio per ridurre la componente edematosa a livello del nervo ottico.
    La prognosi delle forme di neuropatia ottica traumatica è assai variabile e dipende da diversi fattori, tra i quali ad esempio la presenza di emorragia nelle cellette etmoidali posteriore, l’età del paziente e il grado di neuropatia ottica all’esordio. Il miglioramento della visione segnalato dopo l’intervento è un ottimo segno dal punto di vista prognostico; tuttavia in queste forme di neuropatia ottica non è possibile poter assicurare un recupero completo della funzione visiva nonostante trattamenti eseguiti nei tempi e nei modi adeguati. Al momento non sono disponibili terapie mediche che permettano la rigenerazione del nervo ottico e un ulteriore recupero della funzione visiva può avvenire nel corso di alcuni mesi. E’ importante un adeguato monitoraggio della funzione e della struttura del nervo ottico nel corso delle prime settimane dopo il trattamento chirurgico e medico e nel primo mese. Le valutazioni che consiglio per uno studio clinico adeguato nei casi di neuropatia ottica traumatica includono: visita neuroftalmologica completa, che comprenda esame del campo visivo computerizzato ed analisi OCT del nervo ottico, e PEV (potenziali evocati visivi).