trombocitosi

    DOMANDA

    Buonasera dottore,
    Ho 43 anni e sono affetto dal 2008 da trombocitosi, e da circa un mese oltre ad assumere la cardioaspirina il mio ematologo mi ha prescritto di assumere due compresse al giorno di oncocarbide 500mg, sto effettuando ogni 10 GG circa l’emocromo x tenere sottocontrollo il valore delle piastrine e in circa 20 GG i valori sono scesi da 1900 a 1123 ma effettuando l’ultimo emocromo stamattina il valore degli ultimi dieci giorni non e sceso x niente infatti le piastrine sono a 1117 ed ora risulta un altro referto oltre la trombocitosi vi e scritto anche anisocitosi’ può spie armi a cosa e dovuto queste sono i risultati di tutto l’emocromo:

    WBC 10.1
    Ne 68.9
    Li 21.1
    Mo 6.6
    Eo 2.3
    Ba 1.1

    Ne# 7.0
    Li# 2.1
    Mo# 0.7
    Eo# 0.2
    Ba# 0.1

    Rbc 4.20
    HgB 13.4
    Hct 40.8
    mcv 97.1
    Mch 32.0
    Mchc 33.0
    Rdw 19.6

    Plt 1117
    MPV 6.5
    Può aiutarmi a capire se questi valori sballati sono dovuti a questo nuovo farmaco che sto assumendo, e avrò mai la speranza di riportare i valori nella norma?

    Grazie cordiali saluti

    RISPOSTA

    Buongiorno. Il termine anisocitosi significa solo che i suoi globuli rossi non sono del tutto omogenei dal punto di vista volumetrico. Alcuni sono più grossi e altri più piccoli. Questo può senza dubbio dipendere dall’assunzione dell’idrossiurea (oncocarbide) ma in ogni caso nello specifico non ha alcuna rilevanza clinica. Quanto alla sua situazione, credo che sia piuttosto importante avere una corretta definizione diagnostica. Lei parla di trombocitosi, termine che significa solamente “aumento del numero delle piastrine”, ma, considerando che il problema è presente già da 6 anni, visti i valori molto elevati delle piastrine e la terapia che le è stata consigliata, credo si tratti di una vera e propria trombocitemia essenziale. Per la miglior strategia terapeutica si deve tener conto di tanti fattori, tra cui il carico allelico dell’eventuale mutazione V617F del gene JAK2, il grado di fibrosi midollare, l’eventuale presenza di splenomegalia, la citogenetica, ecc) oltre che naturalmente della sua giovanissima età. In ogni caso l’importante non è tornare ad avere valori normali, ma piuttosto prevenire le eventuali complicanze trombotico-emorragiche e monitorare strettamente l’eventuale evoluzione della malattia.

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Professore Associato in malattie del sangue nel Dipartimento di Oncologia e Emato- Oncologia dell’Università Statale di Milano, lavora presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, dove è responsabile del Centro Trapianti di Midollo Osseo. Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1995, si è poi specializzato in Ematologia nel 1999. Rientrato in Italia […]
    Invia una domanda