DOMANDA
Rimasta vedova, con una bimba di un mese, mi sono risposata con il fratello di mio marito. Il matrimonio è molto felice e dalla nuova unione sono nate altre due bambine. Il problema è per la seconda figlia (figlia dell’attuale compagno), la quale, pur essendo molto intelligente e sensibile, è completamente ingestibile. Legatissima al padre, ha con me un rapporto dialettico molto forte (ha solo sei anni e frequenta la seconda elementare), pretende di interloquire su tutto, mettendo a dura prova la mia già flebile pazienza. Discute i miei ordini e non accetta alcun rimprovero. A scuola, invece è diligente e attenta. Amabile con gli amici, con le sorelline è premurosa e affettuosa, ma a volte diventa aggressiva e indisponente. E’ come sempre polemica e discute qualsiasi cosa io le imponga. Solo quando cerco un rapporto esclusivo con lei e le parlo con tranquillità sembra capire ed essere gestibile, ma come si torna tra le mura domestiche alla presenza delle sorelline lei ridiventa ingestibile, polemica e aggressiva.
RISPOSTA
Cara mamma,
a quanto leggo la sua bambina la sta mettendo a dura prova! Alcune ricerche ipotizzano che i figli per così dire “di mezzo” sono i più problematici, ma si tratta di ipotesi e non di certezze scientifiche. Fatto sta che, comunque, è più difficile emergere in una famiglia in cui la maggiore è l'”apripista”, la minore la più coccolata.quale ruolo resta alla figlia in mezzo? Per di più si tratta di tre sorelle e ciò potrebbe ancor più acuire la competitività. Mi sembra che la sua piccola abbia un bel caratterino e non stia esitando a dimostrarlo quanto prima. Il rapporto idilliaco con il padre fa parte di un percorso che, più o meno e secondo i dettami della psicoanalisi, tutte le bambine vivono (il famoso “periodo edipico). Verso i 6 anni dovrebbe cominciare a configurarsi una fase di distacco maggiore nei confronti del padre e cominciare un’identificazione con la madre, tale da permettere uno sviluppo dell’identità di genere. Le fasi edipiche però non sono così fisse: è probabile che la sua bambina stia ancora vivendo un periodo di forte gelosia nei confronti del padre e, per questo la viva come rivale per il suo affetto e le sue attenzioni. Potrebbe anche trattarsi di gelosia nei confronti delle sorelle, dalle quali magari si sente trattata in modo diverso. Ha provato a riflettere sul perché la piccola avrebbe atteggiamenti oppositivi di questo tipo solo nei suoi confronti? Si è confrontata con suo marito in merito? In questi casi è molto importante uno sguardo esterno ed il padre potrebbe fungere proprio da mediatore nel vostro rapporto. Dal canto suo lei non ceda mai e non crolli di fronte ai ricatti emotivi che la piccola le tende: immagino sì che metta a dura prova la sua pazienza, ma appunto per questo, lei dovrà averne infinitamente di più. La sua bambina la osserva nei suoi modi di fare, scruta fino a dove può spingersi prima che la sua mamma “non le voglia più bene”. Non per questo però ceda facendosi scavalcare nel suo ruolo: sia autorevole, ovvero eserciti il proprio ruolo di mamma non con le punizioni o i rimproveri, ma con le spiegazioni, le regole (poche, chiarissime ma uguali per tutti e sempre rispettate!), la fermezza del comportamento di chi dimostra di fare la cosa giusta. La sua bambina ha bisogno di limiti per essere contenuta e voi genitori dovete essere lì proprio per darglieli. Inutile dire che tutto ciò deve essere condiviso e agito insieme a suo marito ed entrambi dovete fare gioco di squadra. Qualora gli atteggiamenti oppositivi continuino e compaiano anche altri segnali (ad esempio a scuola, coi coetanei etc..) potrebbe essere utile un consulto da uno psicologico infantile.
Tanti auguri,
Dott.ssa Piana