DOMANDA
Salve Dottore,
le scrivo perchè mi trovo in una situazione apparentemente irrisolvibile e sono veramente esausta! Ho sofferto per molto tempo di candidosi recidivanti e cistiti fino a quando mi sono decisa a fare una cura alternativa e cambiare completamente la mia alimentazione, da allora ho passato un periodo tranquillo di circa tre anni. Poi lo strazio è ricominciato purtroppo in modo più preoccupante visto che pratico igiene intestinale, un’alimentazione ineccepibile, non prendo antibiotici, non fumo, mi alleno con regolarità e tutti gli altri parametri possibili per stare alla larga da alterazioni del ph e della microflora!!
Adesso da circa un anno ho scoperto che quel credevo essere candida in realtà era ureaplasma che altri laboratori non riuscivano a individuare (1.000.000 UFC/ml) Sul momento ho seguito la ginecologa con terapia antibiotica perché oramai era insopportabile ma mi è presto tornato, in forma più leggera ma comunque c’è. Tre mesi fa ho rifatto esame e siamo passati a 100.000 UFC/ml (con presenza di bacilli in numerose forme e colonie) però nonostante lo stia curando con semi di pompelmo e ovuli a base di calendula e tea tree, in prossimità del ciclo mi pare di impazzire dal bruciore ed ho molte perdite bianche e dense. Mi sa suggerire cosa potrei fare per risolvere questa situazione?
La ringrazio di cuore
Carlotta
RISPOSTA
Non trovo la sua situazione irrisolvibile. Piuttosto, la trovo gestita male, almeno fino a questo momento. Premetto che non ho compreso il nesso tra alcune pratiche riferite nel suo messaggio, come ad esempio quella dell’ “igiene intestinale”, e l’ipotesi che con esse si sia messa al sicuro da “alterazioni del ph e della microflora”. Ciò detto, ho più volte insistito su questo sito, dove potrà trovare molti altri messaggi analoghi al suo, sul ruolo assolutamente marginale di ureaplasma nella genesi dei disturbi che lei riferisce. Piuttosto che “curarlo” con dispendiosi, quanto del tutto inutili, presidi naturali, l’unico consiglio che le posso dare è di eseguire un tampone vaginale serio, che quantifichi la presenza o meno di lattobacilli (cosa significhi, infatti, “bacilli in numerose forme e colonie” non è dato saperlo…) e misuri il pH vaginale (che sarà sicuramente alterato). Questo dato, in particolare, nel suo caso è l’unico davvero necessario per capire cosa fare dal punto di vista terapeutico. La causa dei suoi disturbi, infatti, è sicuramente l’alterazione della microflora vaginale, con tutte le sue conseguenze, compresa la presenza (di per sé del tutto innocua) di ureaplasma.