DOMANDA
Buongiorno Dottore Alessandro,
da circa un anno sto sbattendo la testa contro infezioni urinarie e vaginali ricorrenti (prima da Enterococco, poi da E.Coli, ora da Ureaplasma). Sono tornata da una ginecologa naturopata che mi ha dato terapia indicata contro la famiglia di cui fa parte l’E.Coli (Ecn capsule, Gse, Ausilium forte, e un ciclo di Cistivis). A periodi alterni, dati i molti antibiotici presi, faccio cure con fermenti lattici. Devo dire che da qualche mesi questo batterio non è ricomparso, ma in compenso i tamponi endocervicali rilevano Ureaplasma urealyticum: a luglio in concentrazione >10.000, trattato con Azitromicina -che mi ha fatto stare malissimo. Ora a settembre con concentrazione 1.000 + candida (con pochi sintomi, la tengo a bada con fermenti, per il momento funziona).
Non ho avuto sintomatologia dopo il ciclo di Azitromicina, fino ad ora dopo due cicli mestruali (sento irritazione tessuti, perdite, maggior stimolo minzione)
E’ chiaro che ho un problema di scarsa risposta immunitaria,ma sono davvero delusa, scoraggiata e a tratti disperata.
Il mio compagno a maggio fece tamponi, tutti negativi. Non possiamo far ogni volta entrambi gli esami o entrambi i cicli antibiotici (per precauzione, in mancanza di tamponi di lui).
Non so se fare ulteriore terapia antibiotica anche se la carica batterica è scesa (starà perdendo forza il batterio o starà riorganizzandosi?). Non so se auto-prescrivermi rimedi per migliorare il ph vaginale. E non so dove indirizzarmi: omeopatia? Ancora fitoterapia?
Scusi la poca sintesi.
La ringrazio anticipatamente.
Sara
RISPOSTA
Se legge analoghe risposte ad analoghi quesiti di altre pazienti su questo sito, troverà la sintesi di quanto le sto per dire. Punto primo: immagino che lei abbia sofferto di infezioni urinarie da coli ed enterococco, non certo vaginali. Punto secondo: U.urealyticum non è patogeno a livello vaginale, come la letteratura scientifica ha anche molto di recente rilevato con forza. Per cui non serve a nulla la terapia antibiotica. Punto terzo: di conseguenza, tanto meno nessuna terapia, né alcun esame per il suo partner. Ultimo punto: si faccia fare un tampone vaginale serio, con misura dei lattobacilli e del pH, e vedrà che lei “semplicemente” ha un dismicrobismo/vaginosi, dovuto a squilibrio della normale flora vaginale (lattobacilli), che dovrà reintegrare a livello locale per diversi mesi. Tutto qui, e non pensi a disturbi immunitari, che non è proprio il caso.