Uso del Bentelan per lombosciatalgia acuta-cronica

    Pubblicato il: 18 Marzo 2013 Aggiornato il: 18 Marzo 2013

    DOMANDA

    Egr. Professor Carrabba,
    ho 59 anni e diversi guai…sono un pò sovrappeso , ho il lupus like anticoagulant ( cardioaspirina e folidex ) e mieloma asintomatico ( ancora nessuna cura preventiva, nessuna lesione ) , ma non ho perso per questo il buon umore. Quello che me lo fa perdere è,da alcuni anni, una lombosciatalgia micidiale, soprattutto nella parte esterna finale della gamba sinistra, irradiandosi fino alle dita del piede. E’ da piangere e a volte ,camminando e male, avverto come se per il dolore l’appoggio cedesse. Lavoro come rappresentante di commercio, quindi tanta automobile e in piedi dai clienti quasi tutto il giorno. Dopo tutti i vari controlli e consulti pare che le mie protrusioni ( 4 ) non giustifichino se non in parte la situazione. Dimagrendo sensibilmente ho avuto dei miglioramenti, ma l’unica cosa che funziona ( neppure le posturali ecc. ) e che mi permette di lavorare è il cortisone (Bentelan 4 Mg.) per 3-4 giorni quando proprio non ce la faccio più a resistere. Tutto il resto è “acqua fresca” . DOMANDA : se volessi fare una cura di cortisone prolungata che mi dia più “autonomia” prima di riavere i dolori, come dovrei dosarla ? La ringrazio per la sua cortese risposta,
    Marcello

    RISPOSTA

    non so se ha presente i danni potenziali dei cortisonici alle dosi da lei impiegate (spero raramente) qualora proseguite anche solo per 2-3 settimane di seguito. Osteoporosi grave, comparsa possibile di diabete, riduzione della massa muscolare, aumento ponderale, ecc sono solo alcuni esempi. Ma lei è abbastanza giovane e non le conviene correre questi rischi.
    A mio parere varrebbe la pena che un reumatologo valuti meglio la sua lombosciatalgia e veda che altro si può fare per la sua sintomatologia.
    Tenga conto che qualora la sua qualità di vita sia sensibilmente influenzata dal problema a causa della sua frequenza e intensità, un parere neurochirurgico potrebbe essere comunque utile. Il tutto una volta escluse possibili responsabilità oncoematologiche.
    Se poi la rarità degli episodi acuti è tale da consentirle il trattamento da lei citato non più di 3-6 volte l’anno per 6-7 giorni ogni volta, forse le conviene continuare così, pur approfondendo adeguatamente i motivi dei suoi sintomi dolorosi.
    Mario Carrabba