Vigilanza sanitaria dell’ambiente di lavoro

    Pubblicato il: 20 Novembre 2018 Aggiornato il: 20 Novembre 2018

    DOMANDA

    Sono direttore tecnico di un poligono militare a cielo chiuso. Dopo due anni che svolgo questa mansione, di mia iniziativa ho chiesto al medico di base di prescrivermi la piombemia nel sangue e nelle urine. Esito 16 ng/dl.nel sangue, mentre nelle urine il valore è nella norma. A questo punto ho effettuato privatamente gli esami delle urine per la ricerca di Bario e Antimonio. Secondo Lei ci sarebbero altri esami da fare, visto che nella mia azienda, questi esami non sono mai stati richiesti al laboratorio di analisi di medicina del lavoro e non credo neppure che abbiano in essere un protocollo a cui venire sottoposto dalla medicina del lavoro, visto che in due anni non ho mai fatto alcun esame medico? Grazie.

    RISPOSTA

    Per quanti possono essere interessati a questo argomento, dobbiamo dire innanzi tutto che l’intossicazione da piombo è una malattia professionale antica almeno quanto la civiltà umana. Molte lavorazioni espongono a piombo, sotto forma di polvere (che ad esempio può essere presente nelle vecchie vernici, e quindi colpire chi scrosta una parete prima di ridipingerla) o di fumi, come nel caso a chi, in un poligono di tiro, è esposto ai fumi dei proiettili.

    Si deve quindi dire che la piombemia, cioé il livello di piombo nel sangue, è un indicatore della dose di piombo che l’organismo ha assorbito di recente, cioé negli ultimi 6-8 mesi. La piomburia, cioé il piombo nelle urine, indica invece la dose accumulata in un paio d’anni.

    Entrambe queste misure sono “indicatori biologici”, cioé misure che devono essere usate dal medico competente, cioé dalla persona incaricata di sorvegliare la salute dei lavoratori, per verificare che la lavorazione avvenga in modalità standard, senza rischio per la salute dei lavoratori.

    Per legge, deve essere il medico competente a stabilire gli accertamenti da fare e a interpretarli. Il fai-da-te sanitario, in questo come in altri casi, è molto pericoloso. Anche perché il mercato sanitario presenta anche offerte che il sngolo può interpretare con grande difficoltà.

    Se il direttore tecnico del poligono ha scritto correttamente il valore dell’esame che ha fatto, il valore di 16 nanogrammi per  decilitro è di assoluta normalità, circa duemila volte inferiore al livello di azione nei luoghi di lavoro. Se invece voleva scrivere 16 microgrammi, siamo sempre sotto il livello di azione. Non si comprende perché egli sia andato a cercare tracce di altri elementi, come bario e antimonio, che sono certo presenti nei proiettili, ma non causano mai intossicazioni, per la semplice ragione che il piombo è molto più disponibile e chi è veramente esposto si ammala prima di saturnismo, cioè dell’intossicazione da piombo, piuttosto che di altri elementi.

    Il consiglio quindi è di rivolgersi non già al laboratorio privato, soprattutto se non certificato, ma al medico competente, che è tenuto per legge e per obbligo etico a dare tutte le informazioni necessarie.

    Nicola Magnavita

    Nicola Magnavita

    Dirigente medico di medicina del lavoro presso il Policlinico Gemelli, docente di medicina del lavoro all’Università Cattolica di Roma. Nato nel 1953, si è laureato in medicina nel 1977 e si è specializzato in medicina del lavoro nel 1980. È autore di oltre 500 articoli scientifici, su riviste nazionali e internazionali, e di 10 libri. […]
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