fenomeno di immagazzinamento cellulare o interstiziale di sostanze che risultano anormalmente presenti in organi e distretti corporei, come nel caso di accùmulo di grassi nel fegato (steatosi) o di cerebrosidi nel tessuto nervoso (cerebrosidosi). Si parla però anche di fenomeni di accùmulo in riferimento ai sintomi di intolleranza e di intossicazione da somministrazione di farmaci a dosi o per tempi tali da rendere difficoltoso il loro smaltimento. Può trattarsi di farmaci che, come la digitale, sempre vengono eliminati in quantità minore di quella somministrata giornalmente, o che, come i sulfamidici, per essere eliminati senza danneggiare gli emuntori renali necessitano della contemporanea abbondante assunzione di liquidi, o ancora di farmaci che possono determinare danni in specifici distretti in seguito ad accùmulo per somministrazioni protratte nel tempo.