anabolizzanti


    Aggiornato il 14 Dicembre 2015

    farmaci che stimolano l’anabolismo proteico, cioè la costruzione delle proteine. Le sostanze più usate sono gli ormoni sessuali maschili e i loro derivati, responsabili dell’aumento di statura e delle masse muscolari che si verifica in pubertà. Aumentano a livello dei muscoli il contenuto di azoto, glicogeno, fosforo a elevato potenziale energetico. Aumentano la ritenzione di calcio, sodio, potassio e cloro. Stimolano la sintesi di anticorpi, potenziando le difese dell’organismo. Facilitano la rigenerazione cellulare, e perciò sono usati per curare piaghe torpide. Stimolano la produzione di globuli rossi e di emoglobina nel sangue. Sono anabolizzanti, per esempio, metenolone, nandrolone, oxabolone, oxandrolone, quinbolone, stanazolo, etilestrenolo, fluossimesterone, mesterolone, metitestosterone. Sono usati nei casi di magrezza, ritardi di accrescimento, astenia, deperimento organico, denutrizione, convalescenza, osteoporosi. Come effetto collaterale determinano virilizzazione (comparsa di barba e baffi nella donna) e possono indurre edemi e compromettere la funzionalità epatica. Sono controindicati in caso di insufficienza cardiaca e sindrome nefrosica. Vengono usati nel doping sportivo per incrementare le masse muscolari degli atleti; ma tale uso è stato proibito anche a causa dei gravi rischi per la salute (diabete e altre patologie metaboliche, ma soprattutto disturbi mentali) che la loro assunzione continuata comporta. Altri farmaci non steroidei sembrano avere un’azione anabolizzante (dibencozide, carnitina), ma le basi farmacologiche di tale azione non sono chiaramente stabilite. Gli anabolizzanti vanno impiegati esclusivamente sotto stretto controllo medico.