antiarìtmici


    Aggiornato il 14 Dicembre 2015

    farmaci che agiscono sulle alterazioni del ritmo cardiaco. Per il meccanismo di azione si raggruppano in quattro principali classi: antiarìtmici con effetto stabilizzante sulla membrana cellulare (chinidina, lidocaina, disopiramide ); betabloccanti (inibiscono l’attività simpatica e l’automatismo cardiaco, come l’atenololo); antiarìtmici che diminuiscono l’eccitabilità cellulare come (l’amiodarone); calcioantagonisti (verapamil , diltiazem). Sono indicati nei disturbi del ritmo cardiaco, sia primari (da anomalie dell’eccitabilità elettrica o legati alla presenza di vie anomale della propagazione dello stimolo depolarizzante), sia secondari, causati da sottostanti processi morbosi a carico del miocardio (cardiopatia ipertensiva, ischemica, arteriosclerotica ecc.), di tipo ipercinetico, caratterizzati cioè da aumento della frequenza del ritmo (fibrillazione e flutter atriale, tachicardia parossistica sopraventricolare e ventricolare ecc.). Alcuni trovano anche impiego nel trattamento d’emergenza dei disturbi del ritmo cardiaco, qualora essi siano incompatibili con la vita, come la tachicardia e la fibrillazione ventricolare. Sono farmaci altamente efficaci che vanno utilizzati con estrema attenzione, sotto stretto controllo medico.