trauma provocato da improvvise variazioni della pressione atmosferica. Tra le lesioni barotraumatiche rientrano le forme morbose determinate dalla brusca variazione della pressione ambientale, quale può verificarsi durante la risalita in superficie nell’immersione subacquea. Si possono distinguere due principali quadri patologici: la malattia da aeroembolismo disbarico (detta anche «malattia dei cassoni» o embolia gassosa) e la sovradistensione polmonare (o embolia traumatica). Con il nome di aeroembolismo disbarico vengono indicati quadri differenti che colpiscono i subacquei che in immersione respirano aria o miscele gassose e che presentano come meccanismo causale la liberazione di bolle gassose nel sangue e nei tessuti. Quando un soggetto respira gas sotto pressione, i componenti dell’aria si sciolgono nel sangue e nei tessuti in relazione alla loro pressione parziale, con saturazione in azoto dei vari tessuti con tempi e modalità dipendenti dalle caratteristiche dei tessuti stessi. Durante la decompressione (in fase cioè di risalita in superficie) se il soggetto è costretto a risalire troppo rapidamente, senza rispettare l’indispensabile gradualità, si può avere la tumultuosa liberazione nel sangue e nei tessuti di bolle di azoto. I tessuti più colpiti sono quelli ricchi di grassi e scarsamente vascolarizzati. La terapia consiste, oltre che nelle misure rianimatorie (quando necessarie), nell’immediata ricompressione del paziente, da attuarsi nelle apposite strutture, le camere iperbariche o camere di decompressione. In tale modo è possibile ridurre il volume delle bolle gassose ed eliminare i sintomi accusati dal paziente, procedendo quindi alla progressiva decompressione secondo le opportune modalità. Il fenomeno della sovradistensione traumatica può colpire i soggetti che respirano una miscela gassosa sotto pressione e che durante la risalita trattengono il respiro, senza effettuare quella che viene comunemente definita come manovra di compensazione, utile a equilibrare la pressione interna nei polmoni rispetto a quella esterna. In queste condizioni si ha un notevole aumento del volume del gas contenuto nell’albero respiratorio per espansione del gas stesso, con possibili lesioni del tessuto polmonare (pneumotorace, penetrazione di aria nei vasi polmonari ecc.). Anche in questi casi il trattamento terapeutico consiste nelle manovre di rianimazione e nell’immediata ricompressione della vittima. Le lesioni barotraumatiche possono colpire anche la membrana del timpano, in tutte le condizioni nelle quali si abbiano brusche e notevoli variazioni della pressione esterna (ascensioni in volo, immersioni in acqua ecc.), senza un’adeguata possibilità di compenso e di equilibrazione attraverso la tromba di Eustachio, occlusa per la presenza di fenomeni infiammatori.