biopsìa


    Aggiornato il 14 Dicembre 2015

    prelievo di tessuto vitale da sottoporre a esame istologico per scopo diagnostico. Viene eseguita con tecniche e modalità diverse. La biopsìa incisionale consiste nel prelievo di un frammento limitato del tessuto patologico: nel caso di formazioni superficiali (riguardanti, per esempio, la tiroide, la mammella, i linfonodi) viene effettuata mediante aghi speciali (tecnica detta agobiopsia), da cui si ricavano piccoli frustoli di tessuto corrispondenti al diametro interno dell’ago. L’agobiopsia può essere effettuata su visceri (fegato, pancreas, rene, prostata) sotto la guida degli ultrasuoni (biopsìa ecoguidata) o mediante TAC. Nel caso di organi esplorabili mediante endoscopia (stomaco, colon, bronchi) il prelievo viene eseguito con apposite pinze collegate all’endoscopio; frammenti di tessuto possono essere prelevati anche nel corso di esplorazione endoscopica della cavità addominale (laparoscopia) o toracica (mediastinoscopia). La biopsìa incisionale «a cielo aperto» è quella che viene praticata durante l’intervento chirurgico. La biopsìa escissionale comporta la rimozione totale del tessuto patologico con adeguato tessuto sano circostante allo scopo di determinare i limiti della lesione e pianificare l’intervento terapeutico più adatto: tipico è il caso dei tumori della mammella.