microrganismo appartenente al genere Chlamydia (comprendente le specie patogene Chlamydia trachomatis, Chlamydia pneumoniae e Chlamydia psittaci) responsabile di quadri infettivi prevalentemente dell’apparato urogenitale e respiratorio. Dal punto di vista microbiologico la clamidia è un batterio , ma in patologia si comporta come un parassita, in quanto per sopravvivere deve infettare una cellula ospite. La clamidia presenta una parete cellulare molto irregolare e all’esame microscopico appare come un denso corpo incluso, che sposta il nucleo della cellula. Dal punto di vista clinico la clamidia è responsabile di varie malattie. Le forme d’infezione genitourinaria da clamidia (Chlamydia trachomatis) costituiscono circa il 50% delle cosiddette uretriti non gonococciche, vale a dire quelle infezioni da contagio sessuale sostenute da germi diversi da Neisseria gonorrhoeae (o gonococco). Le forme cliniche sono rappresentate dalle uretriti-cerviciti, dalla malattia infiammatoria pelvica (nella donna), dall’epididimite (nell’uomo), dalla proctite, dalla cosiddetta sindrome oculo-genitale (per diffusione alle strutture oculari, soprattutto alla congiuntiva). Un quadro di particolare gravità è costituito dall’infezione neonatale (per contagio acquisito durante il passaggio nel canale del parto) con localizzazioni oculari (oftalmia dei neonati) e polmonari (polmonite da clamidia). Questa specie di clamidia è inoltre responsabile del linfogranuloma venereo . La Chlamydia trachomatis è responsabile inoltre del tracoma , grave forma di cheratocongiuntivite frequente nei Paesi subequatoriali. Chlamydia pneumoniae ha assunto sempre più importanza tra le cause di infezioni respiratorie, ed è attualmente ritenuta responsabile di circa il 10 % delle polmoniti dell’adulto. Chlamydia psittaci provoca la malattia detta psittacosi, che è propria di diverse specie di uccelli e che può essere trasmessa agli esseri umani. Attualmente le tecniche di identificazione dell’infezione da clamidia sono diventate più specifiche, grazie a tecniche di amplificazione genica come la PCR, che permette di identificare anche piccole tracce di materiale nucleare specifico delle clamidie nei tamponi uretrali o vaginali. Le infezioni da clamidia rispondono bene alla terapia con farmaci antibiotici (tetracicline, eritromicina, claritromicina, azitromicina).