ecografìa


    Aggiornato il 14 Dicembre 2015

    (o ecotomografia), tecnica diagnostica basata sull’impiego di ultrasuoni. Con una sonda appoggiata sulla pelle si invia un fascio di ultrasuoni verso le strutture corporee da esaminare. In relazione alla densità dei tessuti attraversati, gli ultrasuoni vengono variamente riflessi, raccolti dalla stessa sonda emettitrice ed elaborati dall’apparecchio in un’immagine su monitor. In tal modo è possibile discriminare raccolte solide o gassose, o analizzare finemente alterazioni di struttura degli organi solidi. A seconda della diversa analisi spaziale e temporale offerta dall’apparecchio, si distinguono l’ecografìa «A Mode», di prevalente impiego in cardiologia, e l’ecografìa bidimensionale o «B Mode», di più ampia utilizzazione, per esempio, nell’esame degli organi addominali. L’avvento dell’ecografìa ha consentito di avere a disposizione uno strumento diagnostico maneggevole, non invasivo e soprattutto sicuro e sufficientemente preciso. Attualmente il campo d’applicazione dell’ecografìa è vastissimo: dall’esame di organi addominali quali fegato , milza, pancreas, reni e vie urinarie, linfonodi, vescica, prostata , ovaio, alla ricerca di raccolte liquide, cisti, processi degenerativi, infiammatori o tumorali in grado di alterare l’ecostruttura normale del tessuto. Sotto la guida dello strumento possono essere effettuate biopsie profonde. L’ecografìa permette inoltre di effettuare indagini su strutture più superficiali quali tiroide, paratiroide, testicolo e mammella, con analoghi intenti diagnostici. Grazie al principio fisico dell’effetto doppler, l’ecografìa viene utilizzata nello studio delle affezioni dei vasi sanguigni (vedi anche doppler). La diagnosi ecografica è applicabile anche alle malattie cerebrali del feto e del neonato. Per l’assoluta assenza di rischi per la madre e il feto l’ecografìa è ampiamente utilizzata nel monitoraggio della gravidanza normale e patologica.