emorragìa


    Aggiornato il 14 Dicembre 2015

    fuoriuscita di sangue dai vasi all’interno del corpo (emorragìa interna), oppure all’esterno (emorragìa esterna), dovuta a cause traumatiche, tossiche, infettive, metaboliche, oppure a malattie del sangue. L’emorragìa può essere cutanea o sottocutanea (petecchia, ecchimosi , porpora, ematoma), delle mucose (per esempio, epistassi, emorragìa gengivale), articolare (emartro), viscerale (per esempio, emorragìa cerebrale). In caso di emorragìa esterna il sangue può perdersi attraverso lesioni della cute o delle mucose, oppure attraverso gli orifizi naturali del corpo: condotto uditivo (otorragia), cavità nasali (rinorragia), bocca (stomatorragia; se mista a muco, emoftoe, emottisi; se mista a vomito, ematemesi ), orifizio anale (melena, enterorragia), orifizio uretrale (uretrorragia; con le urine, ematuria), orifizio vaginale (menorragia, metrorragia). Dal punto di vista clinico è importante la distinzione tra emorragìa acuta ed emorragìa cronica. Nella prima la sintomatologia può riferirsi all’organo direttamente colpito (cervello, surreni, intestino), oppure, se abbondante, derivare dalla brusca e rapida riduzione del volume del sangue con ridotta irrorazione generalizzata di organi e tessuti: pallore, sudorazione, tachicardia, ipotensione, sincope, sino allo shock ipovolemico. Nell’emorragìa cronica, invece, compaiono meccanismi di adattamento, i quali tendono a compensare l’anemia da perdita protratta di sangue, che inevitabilmente si instaura, e la conseguente scarsa ossigenazione dei tessuti: aumento dell’attività cardiaca e dell’estrazione di ossigeno da parte dei tessuti, vasocostrizione nei distretti non vitali. I sintomi e i segni più frequenti sono: tachicardia, dispnea, facile stancabilità, astenia, pallore cutaneo o mucoso. Le cause più frequenti di emorragìa cronica sono: ulcera peptica, tumori dell’apparato digerente, varici esofagee, assunzione di farmaci antinfiammatori. La prova del sanguinamento va accuratamente ricercata, quando non sia manifesto, in tutti i casi sospetti e nei pazienti in trattamento cronico con farmaci gastrolesivi; a tale scopo si effettua la ricerca del sangue occulto nelle feci su tre campioni prelevati in giorni consecutivi.